Antonio de Viti de Marco - Problemi del dopo guerra

-22 - • avrebbe interesse di fecondare le terre asiatiche con investimenti di cospicui capitali. Poichè i capitali di regola appartengono a privati, e qu~sti trovereb_be:o la mas:im~ garanzia nel Governo collettivo della Soc1_e~daelle Naz1om. Le spese di G:arattere generale e condmonale, che spettano allo Stato, mostrano la loro utilità negli utili degl' impieghi privati. Epperò la loro naturale reintegra;,;ione deve essere fatta d:ille imposte. Infine non si vede per quale ragione o residuo di vecchi pregitidizi nazionalistici le· spese . di carattere statale e generale non debbano esgere sostenute per rata dalle Nazioni associate nel governo comune. Restano le vecchie colcnie che sono già e che resteranno sotto il dominio delle Nazioni vittoriose e dei neutri. Lasciarle corr,pletamente fuori del nuovo regime sarebbe una contraddizioP..ee creerebbe uno stato di lotte tra il vecchio e il nuovo regolamento coloniale. Se il nuovo regime è superiore al vecchio, questo deve essere modificato ed avvicinato al primo. La soluzione del complesso problema deve pre,;entare una certa armonia, come risultato dei nuovi principì operanti .. E l'armonia si ottiene se, per le vecchie colonie, si adatta il principio della porta aperta a.seicurato da nuovi accordi internazionali, consacrati dal trattato di pace. · Conclusione . . En~ro ~ueste ~ran;li linee, la soluzione del problema - tnpart~to m co~ome pà_ tedesche, in terre asiatiche giù turche e m vecchie co,ome - sarebbe ancora accettabile ; e non potrebbe_sollev_areneppure fondate obiezioni, da parte della Germama. Po1chè questa resterebbe bensì esclusa dal dominio polit_icodelle colonie (dominio politico che potrebbe essere pencoloso per la pace mondiale) ; ma non lo sareb?e dallo sfruttjlmento economico del nuovo Impero C()- loruale mondiale. Bib iotc~.1G '10 Bia'1co

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