Antonio de Viti de Marco - Problemi del dopo guerra

-15scoppia; ma deve sinceramente volere che sia incanalata. reggimentata, educat;:i, resa continuamente partecipe e responsabile della politica, che precede e prepara l'even• tualità della guerra. Il terreno del dissidio. Su questo terreno - Società delle Nazioni e riforme politiche - si delineano le due vecchie eterne opposte ten• denze : la conservatrice e la democratica. I partiti conservatori tendono oggi' a largheggiare in fatto di leggi sociali, perchè temono il ritorno nelle retrovie politiche dei contadini, degli operai e dei professionisti, che sono stati in trincea; temono l'avvento di questa nuova democrazia della guerra, che li minaccia nel loro pacifico possesso del potere, nei loro privilegi e nei vecchi metodi di governo. Essi non amano Wilson e non amano la Lega delle Nazioni; non aJllano la riduzione delle spese militari, che vorrebbero aumentare; non amano la riduzione delle dogane, che vorrebbero duplicare; non amano di perdere il monopolio della politica estera e dei trattati segreti Sperano di disinteressare il proletariato da questi problemi, pagandogli in contanti il prezzo dell'opera prestata in trincea. Le provvidenze sociali sono questo prezzo. Nelle mani dei partiti conserv,atori, militaristi e imperialisti, le leggi sociali sono sempre state il prezzo di un mercato politico. In Germania che altro fu la 'legislazione sociale, se non il prezzo del consenso, che il socialismo tedesco dette alla politica imperialista e quindi alla,guerra, che doveva realizzarla ? In Italia avverrà forse un analogo mercato ? Gli eccelsi ragionamenti filosofici, con cui il socialismo ufficiale ha giustificata la sua assenza dalla guerra, serviranno anche a renderlo assente dal programma della pace? Si attende la risposta, Bib iote~a G 110 Bia'1co

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