Antonio de Viti de Marco - Problemi del dopo guerra

' - ttlitico : ma riprenderà la sua posizione economica nel ndo, perchè questa è fondata su salde basi di organizzazione scientifica. L'industria italiana avendo in mano la stampa, il Parlamento, il Governo, assai f~cilmente potrà escludere i concorrenti tedeschi dal nostro m.ercato, e chiudersi in questo per morirvi' lentamente d' inedia. Ma non batterà l'industria tedesca sul mercato mondiale - che sarà il solo ·campo delle competizioni delle Grandi Nazioni-, se non a patto di trasformarsi intellettualmente e salire al livello della organizzazione scientifica della Germania. La Società delle Nazioni e il disarmo. Ma le riforme, che più dovrebbero stare a cuore in questo momento al proletariato e ai partiti democratici, sonoquelle di carattere politico, che escono dalla guerra e mirano ad attuare il programma della pace democratica. La democrazia ha voluta la guerra per distruggere, sì, il militarismo tedesco ; ma non soltanto il militarismo tedesco - causa occasionale· del conflitto mondiale - bensì. il militarismo universale. La democrazia ha' voluto la guerra per distruggere, sì; l' imperialismo ,tedesco mastodontico e fol!e; ma anche ogni forma più tenue, larvata e ipocrita, di piccoli imperialismi, che sono sempre - ad onta della loro meschinità - semi sicuri di rancori e di conflitti armati. La Società delle Nazioni col relativo disarmo generale; - la statizzazione d<?lleindustrie belliche; - ·l'abolizione internazionale della coscrizione militare obbligatoria ; - l'approvazione e il sindacato parlamentare dei bilanci militari nazionali, da farsi da una Delegazione internazionale, che sia il primo organo della Società delle Nazioni; - l'abolizione dei trattati segreti, cioè la dichiarazione della loro nullità da includersi nel trattato di pace o da stabilirsi Bib!ioteca G '10 Bia'1co

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