Niccolò Tommaseo - La pace e la confederazione italiana

·~ ( 70 ) - , tare, perderebbero sè ed altri; e perchè nes- ~ ' suno può dire · che i mali d' Italia sono al colmo tanto ·che non possano con nuove ver- • gogne aggravarsi, e prolungarsi più pertinacemente; nessuno può dire d'avere per ]a dignità della patria operato e patito abbastanza, ' ' tanto che non resti oramai che racçogliere i premii delle ·prqve durate, de' ben sofferti do- . ' · lori. Chi crede ai proprii desiderii , sarà qa l ' ' · essi ben più ·che dalle altrui istigazioni o . prome~s·e ingannato; e .quando griderà al tradimento, gli rideranno in faccia, perchè stato , egli stesso il suo traditore.. Io so che uomini · l autorevoli hanno disdette coteste istigazioni ' e tenté\tO calmare il fervore itnportuno degli ; animi ; e ne lÌ ringrazio, e li prego di farlo ancora più schiettatnente, acciocchè n~n cresca il numero delle vittime invendicate e inven- , . dicabili , acciocchè le imprudenze di pochi ~ non rendano ·spregiata e quasi ridevole la · miseria dei ·mille, e la giustizia . della nazione ~ non paia ricorrere a spedienti che la facciano sotnigliante a misfatto, e il patibolo non sia gogna. - l J l ( ( ' . l.

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