Niccolò Tommaseo - La pace e la confederazione italiana

r \ - ( 71 ) - Con ehe diritto, domanderanno, entrate voi di cotesto ? A chi così domandasse , rispon- . · dèrei che non · è dirittp , .è dovere ; e ehe ,,a ) loro non parlo, ma a quelli a cpi il dovere ""' r mi lega ; e che non potendo maQdare m.es- · saggi nè scrivere lettere, stampo. E qui m' è forza parlare di n1e , per mostrare ag~'ignari · ., de' fatti la convenienza di quest' atto con gli altri della 1nia vita. Ho . taciuto dieci anni. Quando altri sulle mie spa.lle s' ingegnava di fabbricare l'altrui glorificazìone, e provocava _ n1e con accuse a cui forse non credeva eg'li stesso , ho taciuto. Agli altrui volumi mi sia · concesso ,soggiungere (e non i~ risposta) una . ' • pagina. · l ' ' I consigli di temperanza non son nuovi da , \ me. Quando innanzi il quarantotto .io sentivo in Firenze cantare: Siamo italiani, siam giovani e freschi, E dei Tedeschi paura non s'ha; rabbrividivo : e non nascosi i miei presenti- . · l 1nenti, ch'erano di compassione. N'ebbi im- · . properii : ai quali, per Firenze risposero l'aprile e il maggio del quarantanove , e assai prima per me la mia carcere. Uscitone ,

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