Niccolò Tommaseo - La pace e la confederazione italiana

-(50)- questo spazio di tempo, i vanti e le querele dell'Europa, i dolori patiti e da principi e da popoli, le concessioni fatte da molti di quelli o le loro inutili e rovinose resistenze, dimostrino che dei diritti del debole la prudenza stessa dovrebbe oramai consigliare il rispetto :· onde il rinfrescarne e con nuovi trattati sancirne la violazione sarebbe non solo dolore più cocente e più inaspettato a più· milioni d'uomini, ma a tutte I.e genti incivilite offesa e minaccia. .E ancora più dure si fanno ai Venèti le condizioni da questo, che non per irnpeto di leggerezza sconsigliata o. di furore ribellante, si n1ossero a esprimere la propria volontà, non da tacite e dubbie connivenze furono inanimiti a dimostrarsi memori del proprio diritto; ma da espressi conforti, che li chian1arono alle armi; ai quali dar retta era un provocare sopra sè nuove calamità , calamità tutte accolte in quel nembo che, non addensato da loro , sopra loro si levava ·' di guerra. Queste sono le cose accennate con la temperanza che si conveniva a scritto dettato in notne di tutti, nella parte stampata di quello.

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