Niccolò Tommaseo - La pace e la confederazione italiana

- ( 20 ) - de' protocolli, qhe un agiato congresso de' potentati d'Europa andrà, nella paeata serenità della mente, con sedati colloqui discutendo, cornponendo, litnando: n1a intanto? E poi. richieggonsi nprn1e applicabili a ciascuno Stato, richieggonsi nuove leggi: le faranno i . confederati d'accordo 'l Chi cre~rà la eonsulta? Qual parte avranno nelle nuove istitt1zioni i consigli stranieri, quale i desideri de' popoli? E gli . 1 stranieri , il cui con~iglio ognun sente inevi- ( tabile~ anc0 quelli che non lo .c,redono ne- · · cessario' posson eglino andare tutti d'accordo, · se gli Stati loro stessi si 'trovano governati · in maniere tanto diverse e contrarie'! E di tante discordanze non potrebbe tal uno fare suo pro? Non lo spera forse? .Perchè 1.,orino e Niilano si dolgono, ~i militi di Francia si sdegnano, Vienna l gioisce? Chi è il vinto? E con Venezia divelta da Milano , con le armi di Francia per incanto fermate sotto P'eschiera , come sperererno noi d'ora innanzi che nazioni ed eserciti ·. si lascino muovere a sacrifizii generosi? ' • l l \

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