Alla gioventù italiana

- 43 -- per quanti benefizi, alla misera urnanità abbia arretati , troppo caro prezzo costarono. Vedemmo eome correvano gli umori dei francesi, e corne ad una occasione avrebbero rotto ogni ritegno. La debolezza di un re, i superbi, arroganti e inconsiderati modi di una donna di Casa d'Austria, 1' erario spossato, una prossima carestìa, la concitazione degli animi, da un' ardita filosofia prodotta, diedero occasione allo scoppio della rivoluzione. S'ebbero i sovrani terril)ili lezioni, se l'ebbero i popoli stessi, i quali in continue fazion i aggirandosi, passavano di tratto in tratto sotto governi effi rneri, e eoll' apparenza di libertà non facevano che cantbiare tiranni. l L'Europa tutta fu messa a soqquadro, n è altro si vide che atroci gyerre, tradimenti, crudeltà e atnbizioni eccessive: le popolazioni furono colpite da una nuova Larbarie e colle parole di repubblica e di libertà tratte iri inganno e calpestate. . I potentati Europei o dovevano lasciare che i Francesi si lacerassero tra di loro, o frammischiarvisi per tempo e con unità di mezzi. Vollero minacciare l'indip€ndenza della Fr.aneia. e questa arrabbiata e furibonda li rovesciò. Fu sul princjpio quan_do avrebbono avuto facilità di contenere questa tem p~ ta, nol fecero, .e, secondo il solito, pereh è condotti, e guidati da pensieri di egoismo. L' Inghilterra nemica acerrima della Francia godeva nel vedere questa straziarsi in testinamente, e desiderava umiliare Luigi X.V l, e que' grandi che, contro di lei, prestarono favore agli Americani. A tutti poi aveva dato ornbra la grandezza cgi asèese la Francia sino dai tempi di Luigi Xf\T, e, purchè le enormità che in questa si ondavano a quell'epoca comn1et~endo, non avessero minacciato d' invadere i loro stati, nulla montava che i l tegi sa lissero sul patibolo, e ogni civile c religioso fondamento andasse sossopra.

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