Alla gioventù italiana

-31- . generose popolazioni o che schiacciate come noi si stanno, o che t radi ti veggono i loro diritti e interessi, od oltr.aggiato l'onore e la dignità nazionale. Qual conto si .facc.ia oggi dei popoli , sono pochi mesi che già il vedemmo; e questi nuovi esempi i dovrebbero una volta ammaestrarci, e cavarci da un inganno e da una illusione, che ne fanno vergogna. Per i massacri della Gallizia hanno pianto i popoli, inorriditi si sono a tali inauditi assassinii; i sovrani che a tal fatto non parteciparono fecero sembiante di dolersene; gridarono le tribune ; ma ciance. L'Austria, la Russia, la Prussia spengono l'indipendenza di Cracovid. Rompono il trattato di Vienna; la fede dei trattati è nulla; nessuna garanzia evvi più per la indipendenza degli Stati piccoli: la forza decide delle sorti dei popoli nella civilizzata Europa del 1847. Ecco la conseguenza del fatto di Cracovia. Ma Inghilterra e Francia che fanno elle? Si stanno paghe a far ciarlare le gazzette, e di vise giacçiono nella discordia e nella viltà; alle Camere si dibatte, si declama, ma indarno. Decretano alla per fine di far conoscere alle Potenze che infransero il trattato, ch'esse pure dal lato loro farebbero altrettanto ove ne fosse pronta l'occasione. E a una ingiustizia, con altra ingiustizia si ripara; e in luogo di procedere unite e di costringere al dovere, alla santità dei giuramenti le tre fedifraghe Potenze, Francia e Inghilterra protestano che d'ora in avanti non più giustizia, non più giuramenti, non più fede ne' trattati si osserveranno da loro. È questa la politica d' oggi, veramente mostruosa politica. Ma su di ciò basti~ converrà che in progresso io mi rifaccia a toccare questo argomento, e di buon grado il farò, non mai troppo essendo il mettere alla luce dei popoli siflatte enormità e scelleraggini. Quietava r Italia, nè da qualche tempo era essa afflitta, comechè avvilita e senza vjgore si fosse, dalle armi t

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