Alla gioventù italiana

- 16 - neo aHa unità c nazionalità italiana. A un despota., and rcn1mo noi ora debitori della libertà e indipendenza nostra. I romani benchè tutti ci assoggettassero al comando loro non isradicarono nonostante quelle istituzioni che ritraevano del municipalismo dei rispettivi popoli, in cui ~ fu divisa politicamente l'Italia prima della dominazione loro. Quando l'Impero fu lacero e cadde in dissoluzione, esisteva ancor~ un principio dei diversi municipii tra di noi, ed anche tra le altre province dell' impero, cui, o ve prima se ne fosse offerta l' occasione, ove prima avesse potuto ripullulare e prender vita, sarebbe novellamente risorto, seco portando le divisioni politiche che poi ebbero luogo in Italia, e con esse perpetuando lo spirito di comunità, di municipio, di gelosia, di odio, di divisione. Quanto a noi ne nacque questo cattivo effetto; quanto alle altre province dell' Impero, che italiane non erano , ne derivò. che furono divise e ristrette fra i limiti, dalla natura assegna ti. Non appena ci scuotemmo dalla barbarie, e dallo spavento che ci ebbero le orde del Settentrione cagion~to, non appena -gl' imperadori alemanni , per la loro lontananza, ci lasciarono respirare e sopra di noi non ebbero che una larva .di governo; non appena il sentimento della forza individuale, pel contatto co' Germani, si fu nelle nostre corrotte persone infuso, ci costituimmo in tante città, o comunità divise e separate, ciascuna delle quali con proprie leggi reggevasi, e formammo tanti piccoli e deboli stati. J yln F~ancia tra i secoli XIV e XV; in lspagna nel XV, st venne formando la nazionalità e sfiluppossi a_Ppi~no : i paesi e 'le province onde sono queste due na- ~•ont pr~sentemente constituite, tutte inspirate furono ed Jmpressionate di un medesirno amore e fratellanza, di uno stesso spirito nazionale, di un forlè odio contro lo

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