Alla gioventù italiana

N. O 'f E. (1) Or volgono quattro o cinque anni, che molti illustri scrittori manifestano in alcune opr.re che appositamente danno in luce, qual rnodo sia a tenersi onde riscattare l'Italia dalla servitù presente. Alcuni altri prima di loro avevano già trattato il medesimo argomento; non però con quell'ardore, e con quell'ansietà che si ravvisano negli ultimi, e che proprie sono di questa epoca di grand i speranze per noi Italiani. Il . più grande fra gli seri t tori odierni di patrie cose è, secondo me, Gioberti, quantunque non poco io mi discosti dalle sue opinioni. Cesare Balbo, Azeglio, i Pensieri di un anonimo Lombardo, quelli di Durando, di -Ricciardi e di molti altri versano pure sul medesimo obbietto ; ma sono tutti fra di loro discordi. L" unità di concetto che dovrebbe almeno essere fra questi scrittori, manca, e viene conseguentemente a prendere luogo, funestissimo male, nella popolazione italiana. Sembrami oltre a ciò che soverchio si dilunghino a discutere qual forma di governo si converrebbe all'Italia, una volta cbe fosse ·indipendente, e quali sarebbono le più acconce divisioni territoriali. Prima di discend~re atali qnistioni io credo che sarà di bisogno che la nostra

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