Alla gioventù italiana

- t09 - ci pn- s ~;; iarn t• · aspettare , di ' 'ederli in piè sorti colle arrni ·della i nu i pendenza e della libertà loro. Maledicono ed hanno in esecrazione gl'Italiani il do·minio tedesco: n~ n vogliono i G·ermani, gli Ungari, i BaYari, i l'ransilvani il giogo di Vi~nna e quello di tanti picroli tiranni: agogna il Polacco l'eccidio di VienHa e di l\iosca: l' Irlanda vuole cacciato l'avaro Inglese dall e viscere della patria sua: desiderano i Franeesi la morte di Luigi Filippo, e cercano con tutti i loro mezzi d i procurarla: stanchi e' sono di vedersi oltraggiati, e traditi con una melliflua e subdola politica: pit1 sofferire non possono che in Francia, nella terrà della libertà, siano vili pesi e manomessi quei generosi, i quali dopo avere tentato sostenere la causa della patria loro, prendono tra d i loro ricetto e domandano una quieta ospitalità, per isfuggire ai patiboli della tirannide .. 1~ questa, GioVANI ITALlANI, la condizione politica dell' attuale Europa. Or bene qual condotta abbiamo noi a tenere in questo n1entre? dobbiamo forse addormentarci alle dolci parole di pace, di libertà di commercio, di progresso delle scienze e delle arti , che i Principi Europei ci recano innanzi? no! l nostri principii sempre davanti al nostro intelletto rappresentiamo: la libertà e la indipendenza della patria, soli beni di questa vita mortale, pronti ci Ler.1gano a impugnare, ad ogni istante, le armi contro gli oppressori nostri : ci spingano elle a essere costanti, fern1i, tenaci nel vol ere espulsi i tedeschi: ci faeciano ogni ostacolo per arduo che sia, vincere e superare, ogni domestica scissura, e ogni rnunici"pale odio, di :nenticare. Le dovizie che gli avi nostri in pacifici tempi accurnularono, siano, per la patria libertà totalmente profuse: a lei si congacrino le fatiche e gli stenti, a lei le sostanze~ le persone, le n1ogl i nostre e i figli siano ded i cati. 11 fine dci progenitori nostri nel\' arri c-chire i pa - 7

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