Alla gioventù italiana

-- 100 - .· Nelle Roma ~'ne · l o spirito nazionale è assaissimo sviluppato nelle clas~i popolari; ma questo. ~enefiz}o il dobbiamo all ' avere no i costantemente avvicinato 1l ro~olo , giovandolo dc' nostri con.sigl.i '. della .nos.tr_a ~pera, dci nostri soccorsi. A fianco dt lui 1 nostri diritti, la comune causa difendemmo, c vide egli che se ai caffè, alle gozzoviglie, alle cacce compagni gli fummo, di esserlo non mancammo quando trattossi di 'affrontare e tedeschi, e cen turioni e svizzeri. . Persuadiamoci adunque di questa verità che BISOGNA EDUCARE , AVVICINARE, ED AFFEZIONARSI IL POPOLO PER RENDERLO UTILE ALL'lrALIA E PER SOSTENERE CON TRIONFO LA CAUSA DELLA REDENZIONE ITALIANA, e d'ora innanzi volgiamo verso di lui un benigno sguardo e le nostre più accurate e benefiche sollecitudini. Rechiamoci innanzi che trentamila francesi sulle Alp i, laceri e affamati, ma col nome di patria e di libertà sulle labbra, trionfarono dell'Europa armata contro la indipendenza del paese ove nacquero; che questi trentamila · prodi batterono successivamente 'più eserciti, agguerriti al pari di ]oro ; che le gotiche armate non potevano alla vista loro reggere, e ne tremavano;. ch'erano essi solcatori di campi, ch'erano sarti 1 caìzolai, magnani, e non già o la imbelle nobiltà francese, o que' civili giovani che fino a mezza giornata ravvolti si stanno fra le dilicate e sottili p~ume. ~li stenti e le fatiche raddoppiarono il coraggio d1 questi valorosi popolani, e le battaglie che gloriosamente combatterono, perdute sarebbono state col solo ~ezzo. delle nostre fiacche persone: i m perturbabili, come ai geh d! .Mosca, così ai calori di Egitto, le contrade della Sctzia c dell' Affrica, siccome loro proprie tra O' ittarono. 0 ~ la Romana Repubblica non andò debitrice della propri~ gr~nde~za al popolo? e non era egli il custode della hberta lattna? c la superbia dei patrizi non discen-

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