Francesco Bottoni - Orazione funebre in lode del sacerdote Antonio Coli ...

l 40 l passione i sedotti ; che la voce della dolcezza an1• mansa gli animi più cr~_~i; che la giustizia pubblica nella pubblica vendetta .ha la sola norma del bene pubblico; che la vendetta nel particolare indi vid• ~ o lice per la difesa necessaria ; ma questa necessità cessa, quando cessa il pericolo dell'offesa. Questa è ~. legge dell'ordine di natura per la conservazione degli individui; e quest'ordine procede di pari passo nel mantenere le n1asse. Che si disarma l'offensore coi ' perdoni n1agnanin1i. E un istinto di natura contro cui non si resiste; e l'autore dell'Evangelo, che è l'autore della natura, ne ha costituito il precetto più glorioso della morale. - Diligite inimicos ve.. stros - insinuava alle turbe: e spirante là sul ~ Calvario fra i manigoldi che Io uccidevano, non fuoco , non. carceri, non veleni, non fuln1ini dal cielo, n1a il perdono implorava per quei sciagura ti : - Padre, .perdonate loro, perchè non sanno quel che si fonno -. Fido al gran. precetto il Sacerdote Coli insinuava in quel terribile frangente tutta la moderazione, insinuava il pubblico perdono: e trovando osta·colo nelle massin1e mal concepite, nei rigori ti- , rannici itnposti da quel Governo provvisorio in seno al brigantaggio, in questo Tempio medesimo, innanzi questi altari, in 111ezzo ai Santi Protettori della città declamava contro l'abuso orribile del sovrano potere. Chiamato vilmente dalle autorità di quei tempi a rendere ragione di questa in1ponente libertà

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