Francesco Bottoni - Orazione funebre in lode del sacerdote Antonio Coli ...

ORAZIONE ·FUNEBRE IN LODE DEL SACERDOTE CANONICO DELLA CATTEDRALE DI PESARO RECITATA PER LA TRIGESIMA \ NELLA CATTEDRALE SUDDETTA PESARO PEI TIPI i:>I ANNESIO ~OBILI MDCCCXLVI

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f • \ AL DELLA CATTEDRALE DI PESARO Quando. trattavasi .di ripetere i {U.rter.ei ufficii ·all' anilna de~ Sacerdote ANTONI-O CoLI, che feoe parte sì llu,Jiirlosa i1z questo rispettabile Capitolo, .e_mi si" f'ctceva cfJrtese invito · di . dire. in quella. solenlflità le sue Z.audi, io accettava il dolce . incaricOJ, vinto dalla gratitudirt·e al venerato Maestro, e d:al tesoro che mi ebbi della srtct a,micizia; non pensando irl. qltel subito alla grtlvezza clell' impeg1zo, rzè . 1nisurarldo le 1nie forze troppo sproporziollctle a degntt712e7zte sostenerlo. E non osta1zte le ~~ecessità cle' miei lt/fìcii particolari ) clte ·1rzi

... . l. .. Il l, l ..,., ... ,. •. l . \ ~ l stri1~gano ad assidue,e .dzzr:e. occupazioni, < scrissi il meglio ch·e ~pòtei a più riprése itt quei. poclti dì il bo.zzo. dell9 storico ; elogio del CoLI, ed intrepido . lo. !essi nell~ -al.tgztsto Tempio press9 il feretro depositario delle sue mortali spoglie. .. Nel . ricordare la sapienza dell' ztomo delle lettere, delle scienze fisiche e 11zorali : dell'.uolno, cl~e porse alla~ 1nia patria per lztnghissi1no vo.lgere di anni .il migliore .esempio di carit.à · sociale e di vera pietà relig~osa, Voi bert vedeste la co1nmozione dell' attimo mio sino alle lacrime; ma nella {ztgacità del

mio dire forse non rile"'aste la difficoltà, che io _mal potei sup~rare ~ dellp svolgere pielz{{nleJzte come questo grand' uo1no ap-: prendesse tutte le scieJtze j come i gernzi di queste.frztttificassero nella sua alta mente, e come ·Egli _profondesse tutta la. riccltezza • di cotali frzttti ad informare gl' intelletti de' $ltoi discepoli~ Ma ora che si vuole j e subitaJJ:Lçnte., render pztbb·Zico il mio S ermone, non saprei dirvi quartto io sia sgomentato dall' emende cl~e in questa parte si vorrebbero, e quanto n1i attristi ·il non aver tempo e capacità per opera di sì

grande . morrzento. ·s'e ·n.on che·· per an~()r; patrio·, e per la ·. ineffçtbile . bran~a·. che · la vita ~di sì . illustre Italiqrlo .resti.. iJ.~ ·. retag- ~ gio· di tutto il bel J)aese, .. · ·. · . · . ~ . , '~ · .Che Appennin parte ., e il1nar circonda e l'Alpe ., · , lasciò che la . mia · scrittttra~ qttale mi ve1zne· dàl' ·suo primo getto) · sia data in luce) e sacrificando alla 1n~moria del dilettissimo estirtto og.r~;i !nia pr.etensione 7 ba$tami di· r·accomaridarla. à ·-Voi~ Così ··renderò zut tributo di osseqztio'' al vostro··. rispettètbile Corpo) chè 1lel setòlo x v 11 ricorda· M an-' gilj·. :Arcidiacorld :J ~·profon,do giurec~nsulto

e celebre ]Jer varie o·pere di squisita giurispruderlza; cl~e ·rlel secolo 1 J[VIII ·ebbe . iL Canonico Gianaitdrea Lazzarini (*), fio~è di sctpienza 1zelle bèlle arti e 7lelle lettere~, profondo n.elle dottrine 7Ttorali, .specchio :ese11zplarissimo di ogrti virtù; e a citi . ."il sec.olo XJ}( do1zò il Ca1Zo1zico CoLI. E ·a Voi . '- .. . .. . (*) Fa Ef:;li invitato 'per ntez.zo del .Conte- di Firmiiui--~ Governatore della Lombardia-.; a nonte. dell' l.rr~:pfJr~trice \.. \~ . - " .. - ..., - ~ " ..... ._ - . .. . "' .. ~ Maria Teresa d' Austria alla direzione generale if:elle ~r,o ·- \ - ~ • .A\.,... belle arti in Milano. Ma il1nodesto Pesarese, geloso della sua patria, rinunciò l'onorevole invito~ e mori pieno di 1neriti nenagenari-o fi~a noi.·

sopra tutti la raccoman~do :J chia.rissirno Signor ·Proposto :J che il · diletto fra i discepoli ulti1ni del CoLI :J sorbiste da quella vena ines.austa tutto i.l succo delle scienze , sacre·.e·..civili; e fra .tanti dolori negli ztltiJni .suoi . giorni formaste una delle sue ·aolcez,ze coll' essere Voi arlnoverato zt1za dignità di quel luogo, ove altri degni suoi scolari vi seggo1lo, e ove anelava Egli di perpetuare 'fra tutti Voi la memoria del ' . ~o sapere·. . ' . . \ . ,. . , n '\')l '\' ~ ' , ,... •.

9 • l ' Anche nel Tempio innanzi· agli Altari venerandi, anche al cospetto tremendo de' sacri Misteri convien pur concedere uno sfogo all' umana debole:zza. Questo apparato lugubre; queste · flebili ' preghiere per chi non è più ridesÙtno al vivò la imn1agi~e dell' uon1o , che carico d' anni , ricco di· virtù le più splendidf:' ' pieno di meriti · verso la patria' .priv.ò di agiatezze, oppresso da fatiche gravi quòtidiane, non interrotte per uno spazio lunghissimo di tempo, straziato dal vedersi a fianco una soreila cieca , 'ottuagenaria , n1al sana, ed un fratello cadente, che lascia nell' inopia, assalito da morbo crudele a poco a poco per sette mesi .continui andava consùn1ando quell' avanzo di vita, che fu spesa , logora e tutta sacra al pnbblico bene. Quante in1magini di tristezza e di affanni! Il sacrificio è consumato! L' uom·o di

10 Dio scon1parve da noi; non pi,] l' esempl~ r~ .. del sa- ( .cerdozio ;· n.on 'piìi. il sapiente anlore\·òle; non pìù il l ... • cittadino operoso;. non più l' an1ico costante. E ' spenta tanta virttl , tanto bene; e a noi non restano che lacrime di con1passione e di tenerezza. Gran che ! Uorrtini che hanno consumata la loro carriera nel bene de' suoi snnili , al n1on1eu to che stanno per con1 pier la , invece di pren1ii in questo terreno pellegrinaggio non hanno che gli stenti, il dolore e gli affanni. Tale è la legge eli Provvidenza, che i suoi eletti abbiano ad aspettare con1penso alle loro virtù fuori di questa patria terrestre : e agli spiriti, che ,portano in sè la f)amrha dei · genio, v' in1prin1e un .istipto, contro C.t.Ji 11òn . si resiste, che li porta a con-, .sacrar~ sino. all' ultjmo respiro le forze 'intellettuali e n1orali al ben.e /de' .loro simili. fln toni o Coli fu .Qno di questi s.piri.ti .privilegiati~ ·che ~bbe da- Dio :it)telletto lucidissiooò~ , p~pacé di apprendere qualuri,. \q~le .. profo.nd~ ver,ità ·; .cuore graride:, capace dì qua-. Jupq!-Je · az~one. m,agnani tna. che lo g~idasse a 'inspi .. !'are q ti este v~rita e farùe cogliere t!ltto il heì1e· l al suo siqailt!. La1. S:Uft. mente fu l un continuo esercizio per ~pprend~re e svjJuppare le verità ; il sùo cuorè ,un' ~zio ne CQq tinua nel diffondere per mezzo ùi . que; ste tutto il -bene . al st)o prossiu1o. Se :oggi la grati."'· .tudine de' suoi conoittadin'i_ vuoi sentir ne l'. elogio ' . pchietto, basta rammentare i : be11eficii; che :essi~ da .. pu ta~t' uon1o hanno· ric:ev~, t\tQ~ ~ L'elogi <l> . di , An t(Jtlio

Coli non ha bisogno di artifici! oratorii per cuo_. l;)rire difetti, o in1tnaginando ingrandire le bUe virttì: Esso può trascorre're .franco ' la serie lunghissin1a di Qttant' anni' .e· non vi trova che una succèssi,oue continua di atti virtuosi , di azioni benefiche ; una religione in temerata, che ·lo portò ·al vero patrio ti .. smo ·; un patriotismo, che · consacrato dalla religione profuse il miglior bene ne' suoi sin1ili. Io -piango ; e meco piangano i suoi figli diletti la perdita doiorosissima del pio Sacerdote, dell' istruttore sapientissinlo di più generazionì , del ·padre deila patrià verso la sua diletta Pesaro·.. E questo sia l' ul tin10 tributo dell'umana dèbolezza sul sepolcro, che racchiude la fredde sua spoglia. Volgendo · poscia gli: sgùardi al cielo , rallegriamoci nelle bellezze . delle sue virtù; e se a'l ricordare le tante sue azioni benefiche ci spunterà qualche lacrima di grati tudine; saranno lacrinle di pura- gioj a. . Bisogna pur confessarlo: se non :v'ha re]jgione, non v'ha ordine n1orale nelle aziÒ.nì degli· uonTini .: e 'tolto quest'ordine· non rin1ane che' ·confusione di errori, collisioni terribili nelle pass~oni, s·cingu re imn1ense che straziano gl' individùi, e cogl' individui il corpo · Ìt)tero sociale. Tale. è la storia costante e ge· nera le di · tutte le generazioni. Il sacerdote Coli con1.. ·prese a fondo. questa gran verità:; ' e ·sino dai prin1i -suoi anni ne fe' scopo , unico alle .sue azioni~ Nato' di un1ili, ma onesti geni tori , portò seco quella ric--

!2 chezza che è tutta propria dell' uorno , e che non era in poter della sorte di profondere nella sua fa· miglia. Nella prin1a età sviluppò in lui vigoria di corpo; e la grandezza di anin1o e l' altezza d' intelletto svilupparono del pari nel giovane plebeo, che lo dovevano un dì rendere lo splendore del Clero, il 111aestro . de' suoi concittadini, il padre della suà patria. Quel . Monsignore Luin i ( 1), uno dei più cele.. hri oratori d' Italia , che aveva chiusa· la sua carriera luminosa di eloquenza col sedere Vescovo nella nostra Diocesi ; e la cui memoria ridesta la idea del vero decoro, e dell' ampio e necessario perfezionamento, che con tante provvide cure, veratnente episcopali , aveva impresso alla pubblica istruziòne del Clero ; quel savio Pastore presto si accorse dei pregi amplissimi che il giovanetto Coli aveva sortiti dalla natura, vasta intelligenza, fantasia vivacissin1a unita ad un grand'animo, elementi sicuri per farlo grande oratore. Lo chi~mò a sè; nè lo ritennero la vivaci tà dei modi , e i trasporti liberi del giovane focoso; chè agli occhi del vero savio sono difetti inevitabili" della prin1a natura , e solo allo sguardo obliq~o dell' ignor~nte ipocrita delitti imperdonabili. ' Che anzi somminis,rogli i mezzi fer una più gen- (1) Egli era dell'Ordine de' PP. Cappuccini, e fu per quindici anni in Roma Predicatore Apostolico del Sacro Collegio.

15 tile educazione; e invitate>lo .al Sen1inario, qual padre amoroso te1nendo che i · vincoli di severa ed u .. cazione potessero in qualche n1odo reprimere le forze esuberanti deHa ·sua mente e del suo cuore, temperavagli con . moderata libertà , n1a con larghe sovvenzioni la coltura di spir.iti sì ardenti : e intanto educandolo da sè stesso a squisite lezioni di grande eloquenza ·, ,insinuavaglì quel1a forza . di ragionare · ~ e avvezzavalo a quell' .ampiezza d' imn1aginare, che un dì lo avrebbero reso l' arbitro dei. cuori. Il padre Gesualdo da Ron1a dei Minori Riformati, grande ingegno, profondo sapiente nel calcolo, nelle Jscienze n aturaii , e nella vasta regio11e filosofica , l' allievo più distinto del celebre Boscuik e del padre·Jacquier, fu il suo primo precettore. Fermo egli di perpetuare il regno delle scienze, che aveva con pubbliche lezioni nel lasso di trent'anni ampliato in Pesaro nell' epoca stessa , in cui. la scuola pittorica del canonico Lazzarini con fama italiana fioriva per l' eser.. cizio, e più per la scienza profonda delle belle arti ; Oli vieri accoglieva .gli applausi dei dotti di Enropa per le illustrazioni ai marn1i pesaresi , e l'Accademia di Londra innalzava statua di bronzo all' autore sui Fossili_, all'interprete dei caratteri etruschi, Passeri d'immortale rr1en1oria; il padre Gesualdo vi riusciva Socrate novello a educare sapienten1ente il Platone della sua scuola. Addéstrato il giovane Coli in queste discipline, spandeva il suo cuore nei piaceri,

14 eh~ per la ·culta e hr·a.va gioventù sono forse i più forti ; piaceri dell' intelletto nell'indagare e conoscere a fondo le . sublimi verità;: piaceri del cuore per l' entusÌaSlllO ·che queste verità destanO .nell~ arnor proprio ·per la eccellenza .di sè stesso, e per quella che può procurarsi ad ·altrui. J Di . fatto reso adulto nelle scienze, nell'anno suo diciottesimo ·s~ in1n1erge ·tutto anìmoso ~ nella carriera della pubblica istruzione. D.istratte ·così le forze delr animo e del cuore in S(>g~ gett! tutti puri, é che dovevano procreare n1ater.ia a tu t te le sue virtù, Egli sorpassa il vortice di passioni turbolente, che pur tròppo involvo~o i più begli .aùn.i della florida gjoventLt, rendono inerte )a - virilità, e .sernpre più jmbecille e .'·nojosa la vecchiezza.. Già ed.uca.to ne1la puerizia a quella ~religione sèn1~ plice i Ula schietta di due rozzi, rna COStunlalÌ genitori_, i germi fecondi di una fede .inteme,rata erario gettati nel profon~o· del suo animo. A.mn1aestrato ·poi da quei d~e sapienti, quei germi sviluppavano fra le ricchezze della sua ragione ; e, la grazia celes.te , che è princ1pio e :fine . di ogrii··, atto .: v~rtuoso . e meritorio~ · assisteva q~est' uon1o· privilegiato, accrescendo le sue for~e a norn1a delle di ·lui corrispon.. denze: taIch'è i nseusibiln1en te · e rasi fà.tto l'uomo · .di • Dio, nato per essere il tutto pel bene de' suoi concittadini. Con tali sentin1enti e tale educazione proseguiva il Chiericato; finchè le sue stesse . virltl, e i suoi n1eri ti scientifici lo resero degno del sacerdozio. ( l

t5 ~""' u allora che quelle stesse vit"lÙ, per!ezioilate dalla religione , servirono uell' esercizio del sacro n1inistero al bene son1n1o di tutta la popolazione. Uso a parca mensa, ad umili vesti, spoglio. affatto di orgoglioso fasto , si propone in t.utte le sue azioni lo scopo unico, che gli detta la sua Tel ·igione, t' onor eli Dio, e l' arnore pe~ suoi simili. . Chi an1a vera~ n1ente il suo prossimo , onora Iddio ; chè nel :solo an)or del prossin1o si compendia lo spirito della mo~ rale Evangelica. ·· v Egli .spargeva la sna dottrina nel sacro Ministero della confessione: 'ed è incalcolabile il · frutto , che ne ritraeva colla saviezza de' suoi eonsigli, coll'an1ore delle sue n1aniere , teriendo quella( via media, che più si confà aIl' indole del V a ngelo :, perchè è più consopa ai sentimenti della schietta natura. Penetrava ben Esso negli abissi· del , cuore un1àno; n1isuvava b.ene .nel. con ili tto tremendo. delle ·passioni la debolezza 1 che noi abbian10 a resistere, e . la ·VÌO• lenza che esse hanno ad· assaltare. ··Sapeva b.ene Egli reggere .per · Ia· strada r.etta la gioventù J fr.ei,ando il vigore dell' .aninìo; la virilità, rialzandola. dalle debolezze; la vecchiqja ~ insinuandole il pentimento del passato~ e · nutrendola .colla speranza d~ll' avve· nire. Il mio giogo è soave~· e leggiero il peso che impongo. Ecco il carattere della· mitezza., .che il Legislatore Divino irnprin1e h ella · sua Jegge. Quale e quanta moderazione ! òsserva il Grisostomo; 'Padre

l 16 si amorevole_, nè · da ogni peso ci · esenta _, n è col soverchid ci , opprime~ Che se la sua autorità vuole rendere soggetti .i · nostri spiriti; la . sua boutà nel tempo stesso vuole usare indulgenza alle nostre forze. ·Così quanto in1pone · il Maestro Divino è sempre. leggiero' ma è sempre insoffribile quello che ci framDlischiano gli uornini. La norr.na vera de' costun1i fra i due estremi, è attenersi al medio: lo insegna l' Oracolo infallibile - Non ·piegar mai nè a.Zla destra _, nè alla sinistra -. Quell'inumana compiacenza , quella cieca pietà , che nei doveri più importau ti · accetta · s'emp re se nse lievissìn~e gettando un velo sulle passioni , portano ~lla sinistra col togliere òg·ni freno alla corruzione. Ma quel non tol- , lerare debolezza alcuna , quel forn1are deì consigli Evangelici una legge con1une a tutti i fedeli, quel trova.re il . delitto nelle· leggerezze , quel aver sen1pre con sè l' inferno; è pieg·a·re l t.roppo. alla .destrà, è col:.. locare troppo in alto..Ia virtù. ll ·giogo dell'.Evangelo· è~. ~òa·ve ~: i se1 gli ~i aggiunge uu peso o per fasto o · per. ~ ig~nor·anza ·, un tal J rigor·e nutrisce · lo spregio còntro :chi .si iestin1a meno perfetto' fomenta uno spiFito· di ~ ~dl~biziosa singolarità, fa comparire la virtù troppò. :pesante,, eocessivo il Vangelo; opprime,: non rianinla la' debotezza' umana. ' (Il direttore dellè nostre coscienze, l' istruttore pubblico d~lla ·santa : nlòrale,. il cano~ico Coli camn1inò sernpre in q nel sentiero, in cui la giustizia e la pace sinceran1ente si baciano ,

17· ed in cui si trova la norma retta, e la caln1a sin~ cera delle coscienze. Tutto il clero della nostra diocesi , tutti i fedeli che correvano a lui per essere istruiti, possono rendere tes.titnonianza, che i suoi consigli erano retti, pura la sua dottrina, se m p lici i suoi discor~i , prudenti le sue riflessioni, i suoi gi u-. dizii equi , le sue ri$oluzioni an1orevoli, _ven~rabile la sua autorità. Nè solo co' suoi consigli so~co.rreva ai bisogni dello spirito, ma ne usava ancora a sovvenire alla indigenza. Non aveva Egli .. ricchezze da spandere su i hisqgni dei suoi fratelli ; n1a avé va bensì lo zelo da insinuarlo. ne' suoi discorsi famigliari ai padri di agiate fan1iglie, pereh è si prestassero ai bisogni del pov~ro, e scolpi~sero esen1pii sì. dolci nel cuore tenerissimo de' proprii figli. Quanti infelici nelle . estre~ n1e necessit~ ebbero soccorso per oper:a di lui! Quante oneste , ma povere zitelle ebbero doti per onorati con.uubii! Qu~nti infern1i sentirono.: ristorati i loro languori coi ricerca.ti da lui ed otte·nuti soccorsi 1 Ecco le ricchezze di quel tesoro nascosto, ram~entato dall'E·vangelo, che nel velo n1isterioso diffonde per n1ezzo di cure e di affanni tanto bene al suo sin1ile. Cure e affanni, non .conJpre dall'oro, n1a dal secreto compenso di rendere un tributo al Padre . comune, cooperando per quanto può al b~ne de' suoi figli . E quanto bene non faceva il Coli nel ministero della sacra parola , con tanta dignità, con tanta

13 convinzione spontanea, con ta.nto an1ore sparsa sopra i fedeli ! Con quanto vigore di ragi9ni , con quanta esperienza di pubblico costume, con quanta profondità e schiettezza di leggi evangeliche non addottrinava Egli il popolo eolie sue istruzioni domenicali nella Pia società di S. Filippo , nel mese sacro a Maria, nei catechisn1i popolari! ·co"n quanto rna'gnifico eloquio non encomiava i prodigi de' Santi con l' applauso di tutte le vicine provincie ! L' oratore delle pubbliche disgrazie pareva un profeta che ' tuonasse alle tribù infedeli. ·Interprete del popo~o presso Dio nei tremendi ca~tighi , con qnella grande elo~ quenza , con cui Demostene vinceva la inerzia degli Ateniesi per spingerli all' armi , il nostro eloquente costringeva le tu rh~ dei fedeli all' abbattimento dei loro vizi , all' abbandono nelle braccia d i Dio. Cos'ì . i pregi di natura sj rivolsero al servizio d i Religione, e la Religione rendevali più splendidi , e più fecondi di n1eriti. Ancora· ricordo· quel giorno terri- \ bile (1 ), allorquando Pesaro, dopo un combattin1ento {1) Il giorno 9 di giugno 1799 Monnier generale delle truppe repubblicane, comandante il dipartimento del MetaJ-tro, e la piazza di .A.ncona 1 marciò sopra Pesaro con due colonne, la prima di 7 5o uomini francesi con1andati da lui stesso, l'al~ tra di 200 uomini italiani comandati dal generale italiano Pino: avevano seco due cannoni e due ohicL ·L'oggetto della spediZione era di togliere Pesaro· dalle n1ani degli insorti pontificii, che in numero forte l'avevano occupata tre giorni. prima. l

19 fj erissin10 di più ore tra suoi concittadini artnati, e una falange d' oste nemica, che lo assediava ; troncat.o il conflitto per .quelle occulte misu~e, che la Provvidenza ·adopera a salvamento del suo popolo ; ottenne vittoria: scampando dall' ultimo eccidio. Corsero le t urbe di tutta la città , di tutta la diocesi al protettòre S. Terenzio a spargere lacrime di gratitudine sull' urna benefica. Allorchè· l' uomo di Dio perorando in questo tempio stesso, affollato per ogni parte da gente d' ogni condizione d' ogni età , con quel suo entusiasn1o vivissimo trasporta le menti tra il fragore delle · armi , il flagello delle artiglierie ; l"appresenta·. la disperazione degli assediati , la fuga dei difensori combattenti , le porte aperte al furor dei nen1ici, il popolo tremebondo all' ultin1a ruina ;· " i protettori che pregano in cielo per noi, Iddio che' accoglie quelle preghiere, e d' improvviso allontana le falangi ostili, e salva la perduta città. Ognuno risente il terrore di quella vicina n1orte , ogriuno allarga il , cuore alla grandezza di quel beneficio celeste ; e assorte le_ in1n1aginazioni della n1oltitudine in1mensa, nacque un silenzio cupo , generale·, imponente; la voce soltanto del grand'uomo, seguìta dagli ànimi di tutti gli astanti , penetrava al cospetto di Dio. Parve un' armonia tra il cielo e la terra ; un popolo intero che parla coll'Onnipotente. Ma la Religione non meno grande lo rende nel suo pubblico 111agistero. Bene addentro nel regno

20 vasta delle scienze naturali, tutto ·gli serve pel pubblico bene, tutto a lustro n1aggiore della Religione. Quale sicurezza nelle massime ! Quale evidenza nei raziocinii! Quale sicurezza nella sua esposizione 1 Benchè dottrine le più profonde, Egli trova il sentiere più_facile, più adatto alle mediocri intelligenze per renderle intese. Tutto ciò che poteva averne rapporto o per dimostrazioni più sublin1i, o per ricchezza di erudizione, tutto accoglieva quel vasto ingegno per ingrandire la istruzione scientifica. L'universo è il gran libro della sapienza ; e là dirigeva Egli le menti dei giovani alunni. Con1inciava coll' avvezzarli a conten1plare i moltissin1i oggetti, che per ogni parte li circonda-vano, che agitati da continui n1oti vestono varietà di forme, di mutan1enti, di progressioni; osservare che quei n1ovimenti nelle lo.ro gradazioni ·sono certi e definiti; che nella varia complicazione dei cambiamenti risplende una stabilità, un ordine maraviglioso. E allargando il pensiero sulla serie estesa e con1plicata delle cause e degli eventi sino alla loro lontana origine, avvezzava quei giovani intelletti col paragonare le cose fra loro a conoscere le relazioni reciproche, osservare la varietà delle loro specie nella diversità degli attributi che le distinguono; che alcune specie sono più perfette di alcune altre ; che per leggi imnlutabili l' una coopera alla conservàzione dell' altra. E scoperta l' atnmirabile progressione dei fi1~i fra loro

21 coerenti, il sapiente istruttore innalzando le menti ùe' suoi alunni a più sublime punto di -vista, scuopriva loro quella unità dell' ordine che congiunge e ritiene , ferma nei confini dell' eternità la natura delle cose.. Quindi addentrandosi per quanto può un1ano intelletto nel magistero occulto Jella natura, va tracciando loro quella unione e cooperazione di parti e di affinità Jissimili ed opposte, onde eccitarsi a scambievoli movimenti; quella complicazione di forze e di n1oti diffuse su tu t te le cose. Onde chiamando a rassegi1a i fenon1eni della natura, apre loro quell' itnmenso spettacolo delle vicissitudini dei giorni , delle notti , della nascita , dell' incremeoto, della decadenza , della propagazione degli animali e delle piante, di ogni genere di particolari con1binazioni e scon1posizioni di elementi: e in quel movinlento universale di vita, che dalla n1ateria di esseri estinti fa sorgere i mille elementi di nuove vite, n1ostra loro che la mutabilità e la costanza perpetuano il regno della bellezza, tornando tu t ti gli esseri dopo di aver compiuto il loro corso al n1edesimo punto. E ricominciando lo stesso circolo, su quel circolo in1n1enso ferma va le a ttoni te menti dei suoi alunni; e coll' entusiasmo di una mente vincitrice costringevali a confessare per quell'intima convinzione , che all' aspetto grandiosissimo di tanti fatti non si può far tacere anche nel più profondo dell' animo: - Che l' universo debba ·essere la in-

22 verzzione , l'o per~ di una mente ~ e di , un potere infinito , che sussista da sè , e che valga tante cose a creare, perfezionare , conservare, dirigere -. Ridestata così al vivo, e scolpita piu profon.. dan1ent.e la grande idea della Divinità nella mente del giovan'e alu1 nno, l'abile istruttore scendeva Jel suo cuore , onde infian1n1arlo alla riverenza, all' an1ore pel suo celeste , ìmrnenso, unico Benefattore. Fra tanti esseri estern1inati, che compongono la itnnlensità dell' universo, gli ricorda, che Egli è la .più distinta creatura dell' Ounipotente. Il suo corpo, quella macchina prodigiosa per la delicatezza· e vivacità dei sensi, pel rnagistero con1plicato degli or- • gani più perfetti che la compongono, per quella . forza vitale soggetta a ta.nte varietà , e cagione di tanti piaceri; quella macchina .è legata a tutti i corpi, che l'attorniano; è soggetta a tu t te I·e leggi. universa li della natura. Ma l'uomo ha una mente, che ha la facoltà· di conoscere qu.este leggi, e sente una libera volom.tà di seguir le,. che lo fa arbitro in · tutte le sue azioni. Sente i bisogni che. lo legano· a·lle cose, che lo circonddno : ma Eglli h.a la facoltà di cam- .. biarle e di potere, riunendole, o superandole, o in1 p lica n dole , assoggettare ai vari i usi le forze della natura;. Sente i.I peso di gravitazione, che tiene il suo corpo avvinto al suolo terrestre: n1a ·Egli ha uno ·spirito libero, indipendente, che si eleva e spazià tra gli imn1ensi corpi celesti , misura le or-

25 h i te dei soli e dei ·n1ondi, ·scuopre le leggi. che li trascinano sull' ordine imn1utabile , sente quell'inno celeste, che nella n1arcia triDnfante intuona,no quei n1ondi, e quei . soli all' Onnip0tenza che li governa. L' uotno solo porta in sè quel lumen vultus tui Domine_, ha una certa cognazione colla mente divina, che in qua~che n1odo lo fa partecipe della sua in- . telligenza e del suo potere. Con1preso della propria grandezza e dignità l'allievo della scienza, co~incia a conoscere che egli è il prin1o anello, ma un anello sen1pre della gran cat~na ,. che pende dal labbro della Divinità. Gli fa quindi il profondo istruttore comprendere dall'ordine generale che regge l'universo, l' ordine particolare delle leggi che debbano regolare la sua specie. Gli ricorda che la Mente creatrice ·dell'universo nulla operò. di inordinato, di inutile, di difettoso; n1a dispose. ed ordinò le cose in 'modo che tutte e . singole cooperasse,ro alla loro n1utua conservazione, e contribuissero alla integrità dell' universale sistema. Da questa unione cogli esseri tutti, da questa re-· ciproca dipendenza fra gli individui della stessa specie; da queste qualità sublin1i che lo distinguano per una perfetta intelligezna e una libera volontà gli va scuoprendo la origine prin1itiva dei diritti dell' uomo e dei doveri correspettivi, garantiti dalla legge supren1a. Verità così sublimi, immagini così grandiose, quale riverenza non ispiravano lnel cuore dei· ,

24 giovani innanzi al loro Creatore! Quanto an1ore all'unico Benefattore! quale ossequiosa obbedienza alle sue leggi! Così istruiva quel sapiente; così fissando gli animi sul fondan1ento indistruttibile dei diritti e de· doveri, spargeva germi fecondi di schietta morale, di spontanea vir~ù . nel cuore dei giovani; così sublimando i loro anin1i nelle grandezze divine, infian1mava i loro cuori per l' amore alla Religione. La sua scuola filosofica poteva dirsi veran1ente il ten1pio della · Divinità. Il suo alunno ne parti va convinto: n è v' era caso che poscia ne di .. venisse incredulo. S' abbandoni pure alle voluttà , alle seduzioni nel vortice del gran mondo. Anche nelle ten1peste più furiose delle passioni; anche nel ... le sciagure più tremende , sino al punto della disperazione , scolpite quelle verità nell' animo, dagli abissi del cuore si fa sentire quel ricordo conso- ·lantissimo ...... iddio è pur tuo padre; è pure il tuo tenerissimo anzico ! -. Ecco il vantaggio in..,. calcolabile ehe questi veri scienziati producano a1la società. Il secolo non contrasta più queste verità colle arn1i di Parmenide e di Epicuro: ma non cura neppure lezioni così rigorose per insinuarle. Per una verità n1orale, tanto è nocevole la jndiferenza, quanto la opposizione. Ratnn1entian1o quel gran principio che senza religione non v' ha mor~; che dalla morale pende la privata 1 e la· pubblica felici. tà. Questi dotti, questi sapienti sono dunque i pri..

• ,. n1i conserva tori della vera morale, i primi benemeri ti della società. Dettò il Coli lezioni così sublimi e proficue pel lasso di venti anni nella pubblica cattedra ; e proseguì poi nelle private istruzioni a spanderle sino alla n1orte. Al corso di lezioni filosofiche successe quello della teologia : poichè il prin1o alunno della sua scuola, reso capace mercè le istruzioni del gran Maestro, e l' altezza dell' ingegno del gran Discepo· lo, il Sacerdote Sera fino Merloni , di gloriosa n1en1oria pel Clero di ques{a Diocesi , di tenerissin1a rimen1branza per tutti i suoi concittadini e scolari che formano ora il lustro della nostra Pesaro, proseguì a sostenere con tanto applauso dei dotti il n1agistero delle scienze più sublimi , rendendo alla gioventù quel sacro deposito di sapere _che gli aveva affidato il gran Maestro. ,. Con1inciò adunque il Coli l' alto magistero della teologia. Avvezza quella mente a concepire un' ordine preventivo nella scienza che andava a --comunicare , indaga va nelle loro origini le verità che le dovevano forn1are il fondamento. Qùindi spaziando nei codici Di vini, nelle opere dei Santi Padri , nelle risoluzioni dei Concilii, da ·quei fonti purissin1i attingeva le ricchezze dei due testamenti; le beneficenze versate ai figli d' lsraello nello stato di natura e della legge; i tesori inesauribili versati ai nuovi fedeli nello stato di grazia , le folgori del

\ 26 Sinai, che a tterrisco:a:O ,gli animi; .gli an1ori della redenzione, che incatenano i cuori. Dalla profonda conoscenza delle cose .spettanti all' antica alleanza , e di ·quelle che risguardono . lo stato della Chiesa novella, ne ragguagliava il sapient.e teologo i giusti rapporti, ·tenendo .dìetro, per quanto può umano intelletto, alle traccie ' lun1inosissin1e dell' eterna sapienza. Alle tribù rczze Céitparbie di quell' infido Israello prod.igii per .scuòterle, he.neficenze nlondane ·per allettaf.le, onde conservassero il sacro deposito delJa .Fede., confidato agli Abrami, agli !sacchi, ai Giacobbi, che collra scorta dell' Arca prodigiosa·, del Codice . inspirato di Mosè, del fuoco inestinguihile del Ten1pio, degli Oracoli dei Profeti, fra una serie di sconfitte e di vittorie, di pentimenti e d' infedeltà , ,attraversando quaranta · secoli, corresse intatta in braccio alla Chiesa novella tra i trionfi del Golgota. Ma il Cristo , il Figliuolo di Dio volendo radunare intorno a sè, in sen1bianze di pa• d re arnoroso, . di tenero an1ico tutto il genere urnano; e 'di ·tain·te popolazioni diverse di culto, ·di opinioni , di 1costumi , forn1are una sola fan1iglia, non su i carri di fuoco tra il turbine e la ternpe~ta , come mostravasi ai veggenti di Sion; n1a tra le · pacifiche con1parse alle ac(!]_ue 'del Giordano, alle nozze di .Cana,. alla cena degli Apostoli, al trion~ fo popolare degli :olivi, n1oderava sotto velo nlisterioso di u111ane spogl~e , di specie Eucaristiche 1e

27 grandezze della Divinità; contento che di essa i fedeli novelli ne godessero i beneficii, con promessa di svelarla loro in piena luce nel soggiorno dei beati. Di là quel gran principio, che non tutte le cose sacrosante di nostra Religione si possono penetrare nella loro intrinseca natura ; · bastando per ora ai fedeli di saperne tanto, da non poter dubitare della loro esistenza. E dietro questo canone essenziale delhi scienza teologica, il nostro sapiente tutto lo studio fern1ava nelle din1os.trazioni intrinseche, 111a rigorose, su i moti vi di credibilità svolgendo colla più profonda dottrina i caratteri luminosi della Chiesa novella. Apre egli il disegno del grande Edificio, fondato sulla pietra angolare di Cristo, e ne rileva tutte le parti. Quella unità di dottriua, che di tante generazioni ·estinte; di tanti n1ilioni di- fedeli v.iventi forn)a un solo pènsiero. Quella santità del dogma , il cui unico scopo è la conoscenza, l' arnore di un solo Dio, quale p.rincipio di tutte le cose, e sapientissimo prov,-.editore, quale ultimo fine e suprema beatitudine dell'uomo. Quella schietta e santa :n1orale che arn1onizza, ma non distrugge le passioni dell'uomo; e i cui vincoli sono il solo antore pe' suoi sitnili. Quella forza sovrumana che dal gren1bo del gentilesimo fra le rabbie del sacerdozio idolatra e la ferocia dei timidi tiranni suscitò una multitudine imn1ensa di Martiri,

28 di Vergini, di Eroi splendidissimi per ogni virtù~ Quella rapida , universale, copiosa · fondazione di Chiese all'Oriente all'Occidente, in tntte le parti della terra. Quell'ordine sublime che creò, che re· gola, che conserva il corpo immen~o di tutta la cristianità. Il gran centro in quella ~sede Supren1a collocata sulle grandezze dell' ln1pero romano _, è il Success-ore di Pietro. Di là la en1anazione de' sacri Pastori per le Chiese particolari sparse per l'universo, che successori degli A postoli e deposi tarii della loro dottrina colla sacra ordinazione conservano e propagano il Mini~tero A postalico della dispensazione de' Misterii; con quella giurisdizione che libera nell'esercizio, e direzione del Ministero e del gregge, colla ·partecipazione degli stessi sacramenti, col pascolo della dottrina medesima tiene stretta la sua Chiesa universale; n1a giurisdizione che dipendente dalla autorità del primo Gerarca, e dall'Oracolo della Chiesa universale, col prevenire qualunque errore conserva la integrità delle 111assime: destinati ad ogni urgenza a riunirsi in quelle auguste assemblee l_lniversali della Chiesa sotto il Capo Supremo, per dichiarare e difendere la purità del dogn1a·, reggere con providenze sa· pientissime la disciplina e il costume. E qui quel profondo istruttore avolgendo i suoì alunni nella vasti tà del suo ingegno e delle sue idee fa loro rilevare, che quell'ordine Supremo costituisce un

29 corpo n1orale tutto proprio: che colla purità della n1orale prevenendo tutte le collisioni politiche, vive tranquillo, e innocuo sotto qualunque costituzione dei governi. Che anzi dalla verità della sua n1orale, dalla provvidenza delle sue discipiine, 'dalle giuste proporzioni della sua gerarchia emanando la forza n1orale per la unione vigorosa e indissolubile delle parti, presenta loro un archetipo superiore assai aH' un1ana sapienza. Quindi rìchian1a al confronto i grandi corpi sociali fondati dagli uon1ini: paragona i principii n1orali de' loro filosofi che si oscurano alla sublime e schietta natura di quei del Vangelo: paragona le proporzioni di gerarchia che tutto il potere confidando nell'arbitrio di un Capo senza l' arn1onia il sussidio l'appoggio del Consjglio universale; o riponendolo pienamente nelle n1asse popolari, sempre in conflitto còlle passioni individuali, portano in fine agli orrori della tirannide o ai tun1ulti violentissimi dell'anarchia. E nella serie lunghissima dei ten1pi mostra loro quella continua successione di gare di violenze di sciagure che dopo lungo volgere d' anni strascinano i popoli nelle ruine degli in1peri e delle repubbliche; finchè nuove ge· nerazioni sorgono sull' estinte per con1p i ere il doloroso spettacolo. La Chiesa soltanto, quel c6rpo in11nenso di fedeli sparso sino dalla sua origine su tutta la terra, resiste alla incostanza degli u0n1ini, trionfa sulle violenze dei nen1ici e don1inerà sino

50 alla consun1azione dei · secoli. Così Jall' unione di tante opere Jnaravigliose' di ' tanti effetti straordi- ' narii e in1n1utabili , che il gran Maestro 'Colla erudizione. più scelta. e più vasta din1ostr~va esser~ contestati da codi'ci rispettabili, dalla tradizione non mai interrotta di tante. generazioni, traeva argomento gravissin1o onde convincere l'intelletto de' suoi alunni sulla · origine divina: della Chiesa: che non si danno caratteri più lutninosi a stabilire · un fondamento più forte di credibilità; che non v'ha fondamento di certezza . eguale· nelle cose umane più certe, e più indubitate (1 ). Vinti così gl' intelletti de' suoi giovani sulla verità e sulla evidenza dei moti vi di credibilità, prosegue egli il suo arringo teologico, ~o n già tra le ambagi dei sistemi polemici delle scuole; che avvezzando gli arditi al lavoro di pura· imtnaginazione, fomentano là · irrequieta curiosità giovanile; ed espongono gl' incaùti alla perplessità dei dubbi, anche sul dogma 111edesin1o, ai quali sovente trasporta• no le troppo vane sottigli~zze delle opinioni: ma. egli inoltra soltanto nelle vie semplicissin1e della. storia (1) Le dissertazioni, in cui ha egli con tanta sapienza ~viluppate le dottrine da·me accennate, e che formano la parte più · interessante delle sue lezioni' teologiche sarebbe desiderabile, che fossero date· al~a luce a vantaggio della pubblica e sa·cra istruzione.

51 pura del dogn1a. Egli parte dall' altro gran principio che dimostrata la certezza sulla origine divina della Chiesa, tutto ciò che le appartiene di dogma, di sacran1enti, di culto, di morale, di ·gerarchia d'ordine , tutto è venérabile , tntto è soggetto a quel~ l'ossequio profondo, ma ragionevole che ìnsinuava ' ai fedeli l'Apostolo delle genti:. rationabile obsequium 1:1estrum .: soggezione d' intelletto alle cose dì religione, perchè di queste non si con1prende l' essenza n1isteriosa; n1a soggezione ragionevole , perchè si conoscano i n1otivi sicuri di credibilità intorno la loro origine divina. Ol-I ! FEDE, dono celeste, che iu questa valle di pianto n1itighi i dolori, fomenti le speranze ad un beato avvenire, e l'uomo cadente sul sepolcro lo animi come al principio di sue allegrezze ! Oh I come animavi il pensiero e l' intelletto del gran Maestro! Quanta forza non infondevi alle sue lezioni sapientissime! Quasi fosse un sacerdote inspiràto trasportava le menti de' suoi alunni dallo spettacolo della natura, di là dall' universo al santuario della Divinità. Colà sul ve-- stibolo fra quelle nebbie misteriose accenna loro , che fra le n1iglia j a de' suoi spiriti celesti s'i nabissa l'Eterno nel mare irnn1enso di sua luce. Chì può penetrare , esclamava sen1pre quel fedele sapiente , chi può penetrare la incon1prensibile profondità dell'Essere Di vino ? Chi misurare l' infinita ricchezza di ,quella natura? Un Dio, che nella fecondità di

52 pienezza d' inesausta comunicazione conten1plando coll'intelletto le perfezioni tutte dell'essere suo, genera una Immagine di sè perfettissin1a, che necessaria per sua compiacenza, infinita perchè generata dall' Essere immutabile perfetto, un Figlio, un Dio diviene distinto e non ·diviso, perchè di natura l n1edesin1a. Figlio diletto, che ricco d' infinite perfezioni, non può non essere ' an1ato con tutta forza infinita dal Padre. Arnore, che essendo di piena infinita volontà proporzionata alla infinità dell' og.. getto che an1a, spira un Essere egualruente infinito eterno, un Dio inson1n1a distinto dal Padre e dal Figlio, ma non di viso perchè di natura eguale e n1edesirna. Questo è il gran rivelo che Iddio affidò alla Fede de' suoi crede n ti. Che si creda la verità del dogma, perchè non se ne può dubitare della sua origine divina: ma che si adori senza con1prenderne la essenza perchè ravvolta in sì profondissimi Misterii. ~ren1anti al peso di tante ve· rità i suoi alunni, li rincuora l' intrepido Ma~stro, che il Santuario agli occhi umani è coperto di nuhe, perchè la immensa luce che racchiude non op- ,prima la debolezza de' · nostri spiri ti: che il meri t o .della fede verrà premiato di là da n1orte: che si riserba al fedele il godin1ento pieno di quella luce: che allora lo spirito rinvigorito dalla forza celeste vedrà scifrati i Misterii che ora conviene adorar nelle tenebre. E da quel sacro lin1itare rivolgendosi

55 al sottoposto universo, li ricònforla ; c4e quei grandi corpi celesti, i quali si mantengono nelle distanze infinite e girano nel loro circolo per quelle forze occulte, che col loro contrasto nello spazio imn1enso li tengono sospesi, presentano pure un grande spettacolo; ma non se ne comprende l' occulto nlagistero che lo regge : che noi stessi nella nostra fragilità portian1o un con1plesso di misteri senza poterli comprendere. L' occhio sì ristretto nella sua figura: un raggio quasi · invisibile di luce gli porta e gli impritne il disegno dell'universo. Una memoria, che ad un nostro volere ci rappresenta -la serie di tutte le età, e chiama a rassegna innanzi a noi tutte le generazioi1i passate e presenti! Pure non se_ ne conosce nè la ragione, n è il modo. E ri vere nte , come Mosè al cospetto di Dio , che nascondevasi tra le nubi del Sinai , si prostra co' suoi alunni innanzi al Santuario e- li riaccende alla fede, esclanlando ad ogni tern1ine di lezione con S. Paolo. - Oh ! altitudo divitiarum sapientiae ~ et scientiae Dei~ quam incomprensibilia sun t- judicia ej"ltS ~ et investigahiles viae ejus !·- S Paolo ad Ronle Cap. II. Io non so in quest' uon1o maraviglioso quale fosse la virtù n1aggiore , che splendesse nelle sue azioni; se l' amore indefesso pe' suoi sintili, o lo zelo vivissitno di religione. So, o Signori, che egli ha recato un gran bene alla gioventù secolare ed . eccl~siastica con questa pratica sapientissima di

54 istruzione filosofica e teologica. È cosa facile ap- " o prendere ed insegnare a' giovani una serie nuda e fredda di teoriche o sacre o naturali o civili , Iinlitando il m·agistero nel ripetere il semplice enuncia.to delle n1edesin1e , o al più nella spiegazione delle espressioni, ~ dei vocaboli che le annunciano. .. Ma quell' indagare , e fissare lo scopo primiti vo, che deve dominare nella scienza; quella ricerca, non per una erudita curiosità, n1a per una profon~a convinzione, di quei principii che 'debbono formare il fondamento della medesima; quel rilievo faticoso e schietto della verità di quei principii ; quel richian1are dalla storia del genere umano, dalla varietà e immensità dei fenon1eni della natura tu tte le cose che possono avere rapporto con quei principii, e riunirle ai rnedesinti per formarne una ricca dote alla scienza, e pascere e J deliziare nella vastità della medesima l' intelletto, la immaginazione , la curiosità dei giovani alunni ; quel comprendere a fondo lo spirito della scienza, padroneggiarla sotto tutti gli aspetti, immedesimare la gioventù nella estensione del proprio concetto con -quell' eloquio chiaro, abbondante , spontaneo; questa è l' opera dei grandi ingegni , di cui le mediocrità ne sorbiscono tutto l' utile senza conoscer• ne il merito, di cui gli alti intelletti se ne investono per riceverne il deposito, e tramandarlo per successione alla pubblica istruzione; questo è il

bene imn1enso, che essi producono, questo è ciò che il Coli fece e sostenne pubblican1en te nel nlagistero n1oltiplice e non intorrotto di sessantatre anni. Lo scopo della sua Cattedra o di filo~ofia o di teologia era il grande oggetto della pubblica mora· le; il fine precipuo la religione. Vi riuscì per eccellenza: istruì con profitto le n1oltitudiniJ di giovani di varie generazioni, fece allievi, a cui trasfuse tutto il suo sapere. Vi dissi che in quest' uon1o la religione aveva purificate le più belle virtù: vi din1ostrai che dai doni naturali di grande ingegno che vede l' ordine delle cose, di gran cuore che sente la bellezza di quest' ordine e gusta i piaceri nell' in1n1~desimarla nelle proprie azioni, sorse in lui una generosità spontanea che lo rese indifferente al suo bene esclu- ·si vo, e lo fè caldo nel procurare il bene altrui ; tal.. chè lo rese l' istruttore solenne della g ioventù , il direttore sapientissimo delle coscienze, lo zelantissinlo promulgatore delle verità evangeliche; e tutte queste virtù cospirarono insieme a renderlo il vero padre della Patria. Questo nome augusto, questo nome tenerissirno porta seco l'idea di beni straordinarii prodotti alla propria città. Non v'è alcun dubbio, e n1i appello al popolo, mi appello ai sapienti che _, onorano ancoJ: la tnia Patria ( taccia qualche vile invido ignorante, e in ques t9 n1omento di pubblica attestazione asconda la sua faccia nel fango che lo

56 circonda ), m' appello ai vecchi che pure furono istruiti dal Nestore della s~ pienza .isaurica, se egli nella istruzione continua di se~santa tre anni abbia conservato il deposito sacro delle scienze fra queste mura, che per la eccellenza di belle a.rti, pel gusto . delle lettere, per la sapienza civile, per la fecondità di begli ingegni, la fan1a per la Italia gridava le mura di Atene. Pure nel turban1ento delle cose pubbliche, ove l' in1provvido timore dei Dominanti fa sorgere le oscurità per nascondere, le oppressioni per avvilire, si tentò di ricondurre per gli Stati la jgnoranza, senza preved~re l' orda terribile dei pregiudizii e dei delitti, che essa trascina tra. i popoli .. Si tentò collo spregio alla scienza, sotto pretesto di nocevoli novità, non conosciute, non ponderate; colla non curanza, coll' abbandono alla miseria, coll' occulta persecuzione allo scienziato, si tent9 di spegnere quel lume di ragion perfettibile, quel diritto sacrosanto, inalienabile del genere un1ano, di perfezionare per quanto si può lo stato socievole dei popoli. Perfettibilità, che non il capriccio dei fi. losofi , non l' arbitrio dei Potenti, non il prestigio delle rivoluzioni, n1a Iddio solo ha impresso nel .. l'uomo fra tanti doni, che gli ha profusi, onde j condurlo . per la via regia alla universale felicità , ·· aprire la comunicazione sociale fra tutte le genti, collegarle fra loro. col nesso soave di su·a santa Religiol)e, forn1are la terra di un sol labbro , e la . ~

57 esultanz~ universale sia la sola voce che lo henedi.. ca. La sapienza somministra i lumi per la grande opera: essa è il fuoco celeste che purga la terra dagli errori, che pondera i nostri bisogni, e sottomette i regni della natura a ripararli. Questo fuoco sacro non è spento nelle uostre n1ùra: fu conservato dal Sacerdote Coli fino agli ultimi suoi anni fino agli ultimi suoi giorni, nei quali non cessò ad onta del morbo crudele che lo tormentava, di inspirarlo colle sue istruzioni . scie n tifiche nella gioventù ( 1); fuoco sact'o che non si spegnerà giammai , e da quelle cen~ri risorgera più splendido ......• Giovani della mia Patria! Giuro su queste ceneri ..... GIURO SU L' AUGUSTO NOME DI PIO IX. CHE LA SAPIENZA RIPRENDERA' I SUOI DIRITTI; e la terra natale che ci nutrisce, seguirà a segnare il nome de' suoi figli nell' albo de' sapienti Italiani. A idee così lusinghiere non si può frenare lo slancio del cuore in mezzo all'elogio di un' uomo, che ha saputo meritare si bene dall'amor ~ella patria. Oh! santo an1or di patria , comandato da quel Vangelo, le cui pagi~e cominciano e finiscano coll' an1ore del prossimo ! Quel diligite alterzttrum., quel dovere (1) Il giorno terribile che annunciava essere imminente la sua perdita, richiese il Santissimo Viatico. Innanzi alla San.. ta Ostia il vecchio ardente di fede prorompe in parole di ri· verenza e ~i amore con quella fiducia tutta propria di un fe..

58 esporre sè stesso per la pecora smarita) quante grandi azioni non ispira agli uomini! Quanta genesosità di anin10 non racchiude in se chiunque coi fatti mostra di essere veramente padre della patria! Io quì, o Signori, ho bisogno trasportarmi eol pensiero in tempi, in cui le pubbliche sciagure domanderebbero di perdere la memoria. Sul finire del secolo passato i terribili sconvolgin1enti della Francia si comunicarono anche all' I talia; e la Bandiera Repubblicana , che dalle mura di Parigi chiamava i popoli alla libertà, s' innalzò anche sulle Piazze di Torino, di Milano, di Napoli, di Roma. Fervea fra noi il partito l per gli estranei, che nella vittoria promettevano perpetua indipendenza ai popoli; e poscia nelle sconfitte gli abbandonavano inermi ai .colpi della reazionè. F:ervea il partito dei più per la legittirnità del proprio sovrano : e in questa tremenda collisione il trionfo . ' dele che abbandona il mondo e s' incammina all' eternità. Si . .. ~ . ~ . . struggono di l~crime gli a~ta~ti :, poscia l'infermo s' acquieta in un profondo raccoglimento c~~ Pio•..Un'ora dopo rit9rna col pen~iero a' stioi . figli~ ·si fa alzare dal _letto, ,e cadente vieu trasporta~o sulla -sua sedia. Si rianima, e fa la ~ua lezione, di teologia ai pochi discepoli che lo circondali~ .. Ultimo sforzo di una sapi.enza moribonda , ma di una carità sempre vi- :va! L'umile sua camera conteneva 'il 'letto, molti , libr~ aperti, .... quatt~o. panche p~ suoì .alunni; ornamenti i più sublimi che' pos~~o: circ.op.dare il sacerdote .sapiente, chè dimentico di sè non .ha ·altro .pensiero che il bene de~ .suoi simili! :. ... . .

59 di questi faceva infierire_senza lin1iti contro la massa dei sedotti e dei viQti. Purtroppo' tempi sempre sciagurati per le popolazioni, difficili pei Governi L Facilmente dall'ordine si passa al disordine; facilmente n'el calore delle azioni pubbliche le passioni torbi-de si mescolano nell' agire, .e le virtù si coloran.o coi vizi , e i vizi colle virtù. Si ,carcerarono degl' indi,. · vidui a ce~ tina j a_; bastava la sola. opinione per renderli .rei ; si n1inaccia v~no di n1orte senza alcuna legalità di processo., sul pretesto di pubblico zelo, ed era un pascolo alle occulte vendette. Nulla calcolavasi che nelle grandi n1aree la forza delle correnti trascina _i piccioli corpi: niuno ritletteva che le tempe~te politiche quasi sen1pre non scoppiano se non all' urto della n1iseria pubblica, al grido .delle ingiustizie protette, dell'oppressione di leggi tiranniche. Fatto sta che incrudelivasi oltre misura. In tale terribile eccesso il Sacerdote Coli, investito della fede più pura per la Religione, benchè del carattere più costante per la fedeltà al suo Principe; pure da questo pulpito stesso si slancia contro il disordine, richia~a le menti alle leggi del Croci-fisso: e scen-. dendo alle cirçostanze particolari dei tempi, ricordava che i sudditi in tnassa vogliono essere corretti, n1a non perseguita ti ; alleviarli per quanto puossi dalle pubbliche miserie , e non schiacciarli e avvi., lirli nel fango; che nelle grandi convulsioni politiche v' ha gran parte la seduzione ; che meritano com~ ,

l 40 l passione i sedotti ; che la voce della dolcezza an1• mansa gli animi più cr~_~i; che la giustizia pubblica nella pubblica vendetta .ha la sola norma del bene pubblico; che la vendetta nel particolare indi vid• ~ o lice per la difesa necessaria ; ma questa necessità cessa, quando cessa il pericolo dell'offesa. Questa è ~. legge dell'ordine di natura per la conservazione degli individui; e quest'ordine procede di pari passo nel mantenere le n1asse. Che si disarma l'offensore coi ' perdoni n1agnanin1i. E un istinto di natura contro cui non si resiste; e l'autore dell'Evangelo, che è l'autore della natura, ne ha costituito il precetto più glorioso della morale. - Diligite inimicos ve.. stros - insinuava alle turbe: e spirante là sul ~ Calvario fra i manigoldi che Io uccidevano, non fuoco , non. carceri, non veleni, non fuln1ini dal cielo, n1a il perdono implorava per quei sciagura ti : - Padre, .perdonate loro, perchè non sanno quel che si fonno -. Fido al gran. precetto il Sacerdote Coli insinuava in quel terribile frangente tutta la moderazione, insinuava il pubblico perdono: e trovando osta·colo nelle massin1e mal concepite, nei rigori ti- , rannici itnposti da quel Governo provvisorio in seno al brigantaggio, in questo Tempio medesimo, innanzi questi altari, in 111ezzo ai Santi Protettori della città declamava contro l'abuso orribile del sovrano potere. Chiamato vilmente dalle autorità di quei tempi a rendere ragione di questa in1ponente libertà

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