Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

44 Mirala in quelle pallide viole, Che tra la siepe in lor beltà n1odesta Qui moriranno inosservate e sole; Vedila in quell'erbetta un1ile e tnesta Che F urne infiora, su cui par cl1e piagna, E che l ' ingrato peregrin calpesta; l Nella tortore l'odi che si lagna; Nell' usignuol, che dall' antico sito Richiarna ai noti affetti la compagna . . Tutta infin la natura, il colle, il li t o, Quante n' ofli~e soavi rin1en1hranze A chi ha core di padre e di marito! ~ Ma già, figlia, qui siam, che poco avanze · Al dritto calle, u' la compagna rt1ia Passava in fra le pu1Jbliche onoranze. Ed o coppia beata! ognun per via Dicea, cui strinse in bel nodo di rose La concordia degli astri in compagnia. E non ha guari, queste vie dogliose Udir la turba in negra veste avvolta Lungo iterar le salmodìe pietose; E fu vista Colei l'ultima volta, :E'redda spoglia passar tratta all'avello (Ah, pe1·chè l'amai troppo, a me fu tolta! ). l

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