Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

43 Ecco le mura del vedovo ostello, Da cu.i si dilungar le faci crebre Cl1e nell' andar si ripingean su quello, E n' avean onta le stesse tenèbre , Mentr' ella intanto ai talan1i già cari Dava le spalle su letto funèbre ! E chi tornar potrà 've, non ha guari, Tutto era gioja, o figlia? andia1n dol~nti Con questa prece ad assordar gli altari. c< Dal profondo del cor flebili accenti A Te le~ai, Signore: ai voti n1iei Deh! Tu l'orecchio incl1ina, e a' n1iei lamenti. ~ << Se le colpe dell' tlotn librar tu dei, Cl1i rr1ai fia cl1e sostenga il tuo rigore? Pensa cl1e N u1ne di pietà tu sei; << E percl1è tal sei tu, teco, o Signore, Anch'io sostenni il duro sperin1ento; E perchè desti a noi leggi d' an1ore, « DHlle parole tue presi ardin1ento; Nè dal mattin ver1T1iglio a notte scura Raggio di spen1e in Israèl fu spento. « Chè in Te rnis'ericordia eterna dura, In Te redenz1on, che larga assolve Israèl tutto d'ogni labe impura.

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