Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

45 Sol quello, che in noi mise eterno spiro Del divin Fabbro il sÒffio, in fragil -velo Sente c al or d' affetto, e di ·desiro: Esso sceso dal ciel ritorna al cielo, E 1naggiore del tempo e dell' obblìo Sfida animoso della mol~te il gelo. Così quella, che io cerco, al ciel sali o Di sue virtudi ad ottener la palma, E noi vede, ode , intende, ed ama in Dio. ~ Così la pura affez1on dell' alma, Anche lassù nudrita, a noi ritorna Divinizzata dall' eterna calma; Così forse con noi vive e soggiorna La madre tua, che piena è d'altra vita, Del primo raggio, cl1e creo l la, adorna; E più che a -versar lagrime, c'invita A dar voti per Lei , se mortai senso In Lei per poco ha la virtù tradita; Tal che s'opponga a quel desire intenso, Che a riversarsi tutta la conduce In seno a Lui ch'è nell'amore imn1enso. E poi ch è dappertutto Iddio riluce, Mirala, o figlia, ovunque spande il Sole Una favilla dell'eterna luce: ·

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