Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

) 20 Deh se a quell'are, a cui t' aggiri intorno, Andrai forse ad offrir l'ostia incruenta Quando i flebili dì fara n ritorno; Figlio in quell'atto i genitor I·ammenta, Che arr1bo più non saranno, e in Dio ravvinti Pregheran pace sulla lor sementa. Dolce ed amaro è il ricordar gli estinti; Chè siam dal cielo al mondo una famiglia, Tutti ad un varco in un vortice spinti. Figli, voi chiuderete un dì le ciglia A me ehe fatto in b.enedirvi roco Me ne andrò, come l) uorn cui sonno piglia ; Nè fia che da' celesti ottenga poco La fìgliuolanza che fu hen·edètta Dal vecchio padre elle le cede il loco. Ed oh veder potessi in quella stretta Pargoleggiar sul n1io letto di morte Una qualche leggiadra bamboletta, Che porti il nome della mia cousorte, }~ in quell' estrerr1o doloroso punto A partirmi da voi mi riconforte! Eppur che dissi! ... io da Colei disgiunto Tutta in voi la riveggo: o figlia; avea La madre tua c1ue' tuoi begli occhi appunto;

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