Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

2·1 Cos\, figli, le man, così movea Come voi le sue labbra... ol1 rimemht'an.za Che mi torna alla cara e trista idea! Deh m'adducete alla deserta stanza.1· Ond' io sciolga un lamento in nuovo metro, Chè ogni misura di dolore avanza. Splende il mattino in sull' opposto vetro Della solinga cameretta rnesta, Che vide i nostri affanni e il suo feret;roo E passa il Sol pietoso, e non si desta La znia dolce compagna all'inquietoGarrir di conscia rondine molesta, (4~ Che in suo vol si congeda, e sul Sebeto L ' infausta nuova ad arrecar sen vola ~ Già precorsa da un palpito segreto. l\t1isera madre!'... oh Dio! cl1i ti consola In udir la tristissima novella Che toglieratti il moto e la parola? Chè se tal core tu ponesti in quella , Tanto ne avrai pur tu, vecchia infelice , E la ferita t i parrà più fella. Ma poco sente in ver chi troppo dice, Poichè il clolor s'esprime in un sol grido ,.J Oltre cui più sentir, più dir non lice....

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