Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

i 52 Dolce il sorriso avea , di Sofia pieno Il santo petto, e delle Muse i favi Gustava sì che a giudice l' avieno; L ' acre sillogizzar fuggl de' gravi Studii, e l'uom contemplando e la natura Percorse i ternpi in oro tinti e i pravi ; E Dio fra se cercando e in sua fattura, Nel mezzo del carnmin J lesse n.e' fiori Il mistero di lui ch' eterno dura. Gustò de' Vati i numeri canori Di lor seguendo il nobile deliro, Che i boschi un dì cantàr, l'armi e gli ·amorie» E tu santa Amistà , soave spiro, A lei recavi di mia tnan vergate . Rime paghe d' un riso o d'un sospiro ! :Buce a' suoi primi studii ebbe quel Vate Che trattò d' l sai l' arpa ed il volume, Unico speglio al vero e ad ogni etate. (3) Poi ne' suoi figli rimbalzonne il lume, Come aquila che al sol fissò pria gli occhi, E sta su i figli con aperte piume: Bello in vei!_erla , as~isi in su i ginocchi Gli amati pegni, le l or_vaghe dita Guidar sul libro, e come an1or la tocchi, '

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==