Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

133 Or benigna, or austera, e ognor nudrita Di pietà vera, indirizzargli accorta Nel bel sentier della seconda vita. E tu già V ate e precettor, cl1e morta Quaggiù non tutta, e tolta ai giorni amari Testè la rivedesti in Dio risorta, Ti rico nsola almen; che a te sol pari E V ate e sacerdote in tanta pieta Qui ne raccolse gli a·neliti cari. Oh come il fi11 d' onesta ·vita e queta Corrisponde agli inizii , e poi . sì bassa Di modesta virtù si tien la meta ! Or qui , mesta Elegia, non aricor lassa Vieni m eco al giardin, dove non -vista La bell' ombra amorosa or forse passa: E come nuvoletta in bianca lista, Intercettando il sol nel suo passaggio, D'ombra cara e pietosa i fiori attrista; . Vieni, e la rosa che al tornar di maggio C4> Dall' anemone affine ha il titol chiaro, E si colora del più vago raggio, La rosa che dal nome ai fior sì caro La Donna di Camaldoli si dice, Cogli dal cespo, che ora è fatto amaro : l2

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