Giuseppe Faravelli - "Democratura"

che quella che Saragat dava come un'ipotesi assurda, e cioè che il nostro Partito diventasse un partito di ceti medi, non si è avvei--ata, o almeno non si è avverata nella misura ipotizzata da lui: i ceti medi non si sono raccolti nel nostro Partito in « masse così profonde» da rendere quel tal servizio incalcolabile allo sviluppo democratico del nostro Paese. E c'è una ragione. I partili democratici di ceti medi, che sono in estrema decadenza in tutti gli altri paesi di Europa, da noi non han mai trovato l'humus adatto. L'ultimo esperimento, quello del partito d'azione, sapete com'è finito. E quanto al partito repubblicano ognuno vede che diventa sempre più storico. La verità è che l'inquadramento democratico dei celi medi nel mondo odierno non può essere effettuato se non da un partito socialista che già sia riuscito a raccogliere sotto le sue bandiere la grande maggioranza della classe lavoratrice e sia riuscito a disciplinarla nell'azione politica del socialismo democratico. L'esempio del partito laburista valga per tutti. Resta da domandarsi se le forze che compongono il nostro Partito, secondo la previsione saragatiana, sono forze proletarie. lo ne dubito, in mancanza di dati statistici precisi. Del resto il dubbio è anche in quei compagni ottimisti che hanno definito il nostro come un partito di « aristocrazie operaie». E c'è inoltre da osservare che, come indicano molti segni, queste aristocrazie operaie segnano il passo. Senonchè un partito socialista non è tale solo per la posizione sociale di quelli che lo compongono. Un partito socialista è tale soprattutto per i legami che sia riuscito ad allacciare con la classe lavoratrice e con le sue istituzioni, legami che devono essere permanenti ed organici; legami coi sindacati, con le cooperative, con le mutue, con le associazioni di assistenza, ecc. ecc. Questa è la visione del riformismo socialista (e io aggiungo, del marxismo), secondo cui gli elementi del1a nuova società socialista - ossia, precisamente, le istituzioni della classe lavoratrice - s1 devono formare in seno alla vecchia ed il partito socialista deve esserne l'animatore e la guida. Da questo punto di vista dobbiamo dire purtroppo che il nostro Partito non è ancora un partito proletario. Del resto basta osservare che la sua azione, nel senso di animatore e guida delle istituzioni proletarie, è zero o poco più. Ed è zero o poco più nel campo più importante, che è quello sindacale, dove - contro i deliberati del Congresso di Bologna - si tenta di spacciare come socialista una concezione di sindacalismo apolitico all'americana, privo di qualsiasi legame col Partito. Ai legami permanenti e organici con le istituzioni della classe operaia molti di noi hanno sostituito la fiducia nel consenso, che si presume permanente (chissà perchè?), di un pulviscolo di circa due mi17 Biblioteca Gino Bianco

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