Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

-90quale, molecole. finite ed erranti, viviamo, pensiamo e delinquiamo. Ma in questo vastissimo senso l'espressionedi fattori del reato perde, in sociologia, qua- . lunque significazione. L' aere che inaliamo, il cibo che inghiotti~rno, è causa o condizione del reato, inquantochè, se mancassero, il reato non si potrebbe manco ideare. Attenendoci dunque al significato più. speciale di cause, mediate· od immediate, ma pur sempre direlfe· e peculiari, ci è opportuno sommetterle ad un' altra distinzione. Distinguiamo cioè quelle cause antropologiche e cosmiche che determinano il reatoall' infuori e indipendentemente dal necessario concorso di particolari modalità dell' assello• sociale: da quelle che solo da tale concorsoricevono la loro forza criminogena effettuale. Allora è da vedere se non debba la sociologia. rivolgere i suoi studi e le sue vedute riforma-- trici a quelle modalità sociali onde il reato. I essenzialmente promana, il fatto antropologico e cosmico non porgendone che l' occasione: anzichè limitarsi a constatare platonicamente, la fatalità di quel!' influenza criminosa extrasociale nel concorso con le modalità sociali reputate intangibili e sacre. Ora, noi diciamo che questo per l'appunto è il caso più frequente, quando certi pseudo-positivisti, dal rapporto statisticamente constatato, tra un fatto, poniamo, metereologico e la recrudescenza di un reato, trasportano, a così dire, la responsabilità di quel reato nelle fatalità na-,. turali ed eterne del!' ambiente, e ne cavano una B,blioteca Gino Bianco

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