Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

-68IX.. La questione penale, affermammo, è questione anzitutto di trasformazione sociale. Ci figuriamo le obiezioni. Sdegnando quelle scoccanti dal grembo della metafisica o di una filosofia aprioristica, cui più non francheggia che un valore storico, e quelle suggerite da stolido timore di riforme radicali, ci indugieremo ad una sola che erompe spontanea dal seno stésso i1i una scuola, colla quale nel campo strettamente penale camminiamo di conserva. È la scuola di quei neopenalisti, che altrove battezzammo per i naturalistidellascienzapenale, come quelli che, respingendo le astrazioni vuote, le fantastiche idealizzazioni, la metafisica unità e la simmetria fittizia della penologia classica, domandano allo studio oggettivo dell' uomo delinquente e del fenomeno criminoso, ossia ali' antrnpologia e alla statistica, i lumi della dottrina e le norme della difesa sociale. Noi amiamo battagliare con coloro che come noi vanno ali' avvenire, non già con chi, trincerandosi nel passato, segna da se ste~so la propria condanna di morte, e si rivelerebbe, qual' è, per morto o per moribondo, quando noi non ci dessimo troppo spesso la pena, con le nostre polemiche, di farlo credere più vivo che non sia a se stesso ed agli altri. Cotesta scuola adunque, che rappresenta in sociologia criminale quel ·fecondo rinnovamento di metodo, che si chiama verismo in letteratura, Biblioteca Gino 8,anco

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