Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

-59sabilità le pagine di esordio da lui• consacrate~ pù un' abitudine accademica, alla storia del suo-· argomento. In. verità noi non sappiamo comprendere come nelle questioni più spinose e ponderose dell'età moderna si faccia intervenire· il parere dei bambini: e· nessuno negherà che si faccia appunto cotesto, nei rispetti dell' umanità, quando ci- si preoccupa, più che a titolo di oziosa curiosità, delle opinioni, sul delitto e suna ·follia, di Celso o di Pitagora; delle opinioni di un tempo in· cui la psichiatria non era neppur sospettata, in cui si dava fede ai demonii, agli esorcismi, ai sortilegi ed alla stregoneria. Ma il .signor Lelorrain non avrebbe dovuto domandare il criterio della responsabilità a quei principii d'ordine meramente soggettivo o morale, quali l'intelligenza, l'impero su se stessi ecc., cui egli si riporta ad ogni pagina del suo volume. Il teorema dell'arbitrio servo ha reciso il nodo gordiano delle interminabili disquisizioni sull'imputabilità e sulla forza più o meno resistibile. Esse sono cadute per sempre dalla discussione positiva. Avrebbe dovuto distoglierlo da quella via il considerare come i più acuti e potenti ingegni che vi si son fino ad oggi impegnati, i luminari piit splendidi della scienza ortodossa, non riuscirono,· per quanto s' ingegnassero, a nessuna conclusione accettabile e che a sè convergesse i voti dei sapienti. Prova evidente che l'errore fondamentale s' annida nel punto di partenza. Egli avrebbe dovuto inspirarsi non già al concetto elastico e illusorio dell'imputabilità-' B blioteca Gino Bianco

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