Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

- 42 - Caro Bignami; benchènude di sentimentalismo declamatorio e rifuggenti da quelle parole grosse che piaciono al pubblico, tu accogliesti Le mie aride pagine nella tua Plebe valorosa, che, tra l'effimero pullulare di tanti giornalucoli socialisti cui troppo spesso non f rancheggia sufficiente sostegno di serietà, di perseveranza e di cultura, vive, combatte e spera da ben tre lustri per La causa di tutte le emancipazioni: e, bersagliata indarno da sequestri, da carcere e da multe, sì raddrizza in forme sempre nuove senza dare il più piccolo segno di stanchezza nè di dubitazione. È dunque naturale che questo lavoro venga a· · te e si fregi del tuo nome: che il lavoro di una recluta si raccomandi col nome di un capitanoprovato al fuoco e che non sa rinculare. Certo la nostra via non è quella dei facilì onori e delle laute prebende, ma una grande serenità ci compensa; ed è opportuno si sappia che, se la nostra parola, irritata dagli spettacoli scoranti dell'ignavia sociale e dalla condizione eslege che le classi dirige!lti ci fan110, assume qualche volta dei folli d' inusata asprezza, La· nostra religione, come quella del Cristo malgrado • le nerbate del tempio, non è perciò meno religione d'amore. E ciò sia di risposta agli avversari B·blioteca Gino Bianco

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