Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

- 18-' perditempo ,. e che essi vi sciupino la carta, l' in-· chiostro e le parole. Entrambe queste correnti sono essenzialmente giuridiche. Voglio dire che, divergendo unicamente sul rigore delle pene, esse concordano nel considerare la repressione come l' ubi sistam della tutela sociale. Entrambe suppongono un delinquente astratto, a tipo. unico, influenzato sempre da motivi intellettuali, suscettivo quindi di controspinta, e al quale applicano quasi sempre, malgrado la constatata inçznità, una stessa forma cl.i punizione, il carcere, misurato secondo una norma di giustizia ideale (danno e dolo), poco curandosi di quello che sarebbe il solo criterio misuratore positivo, l'utile sociale. È evidente che coteste due correnti opposte cadono entrambe nel medesimo assurdo. Supponendo un .delinquentedeterminato sempre da motivi intellettuali (senza di che vi sarebbe acciecamento per passione o delirio I! quindi cadrebbe colla libertà l' imputabilità penale) esse riservano in fatto la responsabilità penale ai casi in cui la mente fu abbastanza libera e illuminata per ben apprèzzare i motivi di controspinta ;" il che vuol dire, in pratica, che sono veramente imputabili B,blioteca Gino B,an..;o

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