Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

17 - più egoista e più vile della borghesia, invocano una sosta nelle riforme penali liberali e pensano, , come un birro celebre, che 1a mannaia, Quando la vuole il tempo, Rimette a nuovo un popolo E il resto è un perditempo. Intenerendosi più su_!fato delle vittime che su quello del colpevole, invasi da una cieca fede nel/' intimidazione e da un santissimo zelo di sociale apostolato, plaudono costoro alla maoo di ferro dezli impiccatori, domandano meno scuole e più sferza, invocano la reclusione perpetua dei recidivi, tuonano contro il diritto di grazia, contro l' istituto della giuria e via dicendo: e interpretando a loro modo unà legge darwiniana dell' esistenza, caldeggiano la selezione violenta dei colpevoli coi mezzi delle barbarie. Di fronte al doloroso assurdo che il carcere sia troppo spesso preferibile alla topaia del lavovoratore, essi non vedono altra soluzione che un inasprimento del primo. Abilissimi nel segnalare i difetti della corrente opposta, questi ~ salvatori della società ,. urtano troppo di fronte le aspirazioni più generali e profonde della coscienza pubblica odierna : ed è quindi lecito . sperare che lo sbracciarsi del rigorismo sia anch' ess8 « un f. Tu.RATI: 11,delitto e la questione sociale. B bhoteca C' no B,a o 2

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