Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

B blioteca - 16 - °glorioso, si riassume nei concetti della mitezza penale e del!' emenda, nel desiderio cristiano che il reo non muoia ma si converta e viva. Dobbiamo ad essa l'abolizione della tortura, delle pene corporali e infamanti, e la quasi abolizione della pena capitale, il comfort delle carceri, il rispeftD del!' imputato che si presume innocente fino alla èondanna, il processo accusatorio, la pubblicitàdei giudizii e tante altre riforme della procedura. I suoi più recenti risultati sono le formule, oggi in voga, della forza irresistibile e della manìa ragionante. Felice reazione contro l' empirismo feroce del medio evo, questo indirizzo, portato agli estremi, muterebbe i luoghi di pena in clubs di educazione e di delizia, con flagrante ingiustizia verso la popolazione operaia onesta, condannata alla galera in vita dello sfruttamento capitalista ; e per tal guisa incoraggerebbe il delitto, cosi come la beneficenza borghese incoraggia l' imprevidenza e premia la vigliaccheria. La seconda corrente non é che una controreazione e un ritorno alla ferocia antica. Sfiduciati dell' emenda, che è smentita dalla crescente recidiJ?a, inscettichiti riguardo ai vantati prodigi dell'istruzione, questi penalisti e magistrati e sociologi, che chiameremo i terroristi, e che hannf> il triste vanto di cadere d' accordo colla parte o Bianco

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