Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

- 125 - a suo positivo sostegno : essendochè il numero·• dei delinquenti nati non dà che una piccola,.· frazione alla delinquenza e il suo perpetuarsi· nella società dipende anch'esso più o meno-· indirettamente dalla miseria e dal!' ineguaglianza sociale. L'importanza poi dei fattori criminosi· cosmici non è che relativa allo squilibrio della. società. Così, per esempio, la rendita fondiaria,. base principalissima della divisione delle classi sociali, e quindi fattore indiretto di criminalità,. dipende, è vero, dal fatto naturale della diversa: fecondità dei terreni, ma non diventa fattore criminoso se non in virtù del monopolio d~lle.· \ terre in mano dei proprietari; 6) Non al cresciuto benessere, bensì·: ali' insufficienza e alla transitorietà sua, devono ascriversi gli aumenti di certi reati éontro le · persone e contro il pud9te, la cui maggior cagione s' ha inoltre da c~rcare nell' abuso dc" alcool e nel!' indigenza d'amore, frutti peculiari del regime capitalista. Concludendo : È vana e stolida ~osa il perdere anni interi; nella discussione teorica d' un articolo di codice,. o l'andar cercando ad ogni speciale• reato singoli rimedii e sostitutivi, dimenticando che, quan-- d' anche si riesca a diminuire le occasioni di un dato delitto, il virus criminoso sociale erom- - perà in delitti più o meno affini : poichè ùn reato è il derivativo d' un altro reato, e 10, conferma lo studio della recidiva impropria che ci svela come i delinquenti passino con grande~ indifferenza da una 'ad altra sorta di reati. Biblioteca Gino Bianco

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