Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

- 99 - imperativo spontaneo e specie stabile nelle coscienze dei singoli. Se no, sono arbitrio, e il delitto è giusta e fatale reazione. XIX. L' esecrazione che uscisse, pura ed unanime, -dalle profondità dell'istinto della specie contro il ribaldo - nel mentre, riecheggiata dal cuore di questo, sarebbe per se stessa il migliore .antidoto criminoso - diverrebbe anche la riprova della giustizia degli ordinamenti, non fatti ,palladio ad egoismi di classe. Forse che attualmente tale prova ci è offerta? E che altro è quella pietà, quella peritanza ·o, diciamo la parola, quel rimorso che Temi ci inspira, specialmente se al banco de' rei siedono dei miserabili - quel turbamento che scuote come un brivido I' uditorio alle arringhe <li un abile avvocato e non risparmia -neppure i giudici induriti nel ministero, e che da Bec- ,caria in poi fa sdilinquire tutti i penalisti di tenerezza umanitaria e mitigatrice di pene per questi poveri delinquenti - che altro è se non l'intimo senso dell'ingiustizia che l'ambiente ingiusto insinua fatalmente nella giustizia giusta? Chi reprime la illegittima violenza, comunque ei la pensi sul libero arbitrio, non prova ombra di turbamento : la sua pietà per l'offensore sarà una mera as'trattezza filosofica che sfiora .appena il sentimento. La natura, che gli persuade la proporzionata reazione, lo rinfranca colla Biblioteca Gino B,anco

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