- 44 - RepUca Bertelli Io a11pettoancora dallo egregio contradittore la dimostrazione che il collettivismo è un'utopia, e che il programma mi~imo dei socialisti è anticivile, illogico, ed è semenzaio di odio di classe. Io c:redoche il mio avversario, salvo qualche affermazione non dimostrata e fatta alla chiusa del snò discorso,non ha saputo o non ba voluto dimostrare che il collettivismo è questa utopia. Egli ba fatto qualche critica, ba ritenuto che .sul collettivismo ci sia qualche cosa da dire, qualche cosa da combattere. Ma tutte le teorie, tutti i programmi di nuove civiltà banno naturalmente il lato discutibile, un lato dal quale si dève studiare un.~iglioratnento più o meno opportuno. In questo siamo d' accordo, e ne fan fede le discussioni del Tnrati, del Bernestein, del Loria., di tutti i socialisti internazionali e nazionali, che discussero e discutono il pro-· gramma. Il mio egregio avversario non ha dimostrato, salvo ripeto alcune affermazioni non dimostrate alla chiusa del suo discorso, che il collettivismo è utopia. Discuterò per sommi capi le sue affermazioni giaccbè non tni è dato combattere la dimostrazione·dell' utopia collettivista, chè non è stata fatta. Replicherò a tutte le osservazioni fatte .da lui. Egli ha detto che noi non ci avviciniamo alla società collettivista; ma ditemi una cosa, il cariale di Suez, un'.opera·che. è costata milioni, è. proprietà di azionisti sparsi fo tutto ··il I mondo, è quindi una,"proprietà colletti.va,neppure se rie conosconoi padroni. E anche le nostre ferrovie · sono una ve.cae propria proprietà collettiva, comela.proprietà. delle strade, dei ponti, dei mari. Ma le leghe dei nostri contadi_nì, dei nostri operai, di tutti i lavoratori, che si affrateJlanoper la conquista di un bene collettivo, sono forse cose vecchie~ Riguardo alla lotta di classe ed al programma minimo, l'egregio. contradittore non ne ha parlato, perciò possorisparmiarmi la fatica ,di dimostrare che non seminiamo l' odio di classe: il contradittore ha creduto di rinunziare alla dimo.strazionedi qìfest' odio. B1bhoteca Gino Bianco
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