Romolo Murri - La Chiesa e il collettivismo (contraddittorio Murri-Bertelli)

- 13 - di attività spirituali, di fronte alle passioni dell' uomo e specialmente di fronte all'attività accumulatrice di beni materiali. Ed ora, o Signori, io entro nella considerazionedell'altra questione. E' possibile una società nella quale non esista più l'appropriazione dei beni, l' appropriazione delle terre, dei capitali, delle macchine, degli altri mezzi di lavoroe via dicendo~Come ( vedete, noi siamo ora nel nocciolodella, stessa questione economica, ed io divido la mia risposta in due parti. Innanzi tutto dirò : in via di fatto, o sia nelle contingenze pratiche della vita, nella possibilitàdell'oggi, il collettivismoè un'utopia, perchè esso non va divenendo,perchè non può divenire, perchè è indefinitamente re~oto dall'attività dell'oggi: e dopoquesto io rispondo di no in un altro senso,perchè cioè il collettivismo m sè medesimo è impossibileper ragioni economichee sociali. Prendiamo innanzi tutto, o Signori, il primo punto della questione: il collettivismo è un'utopia, perchè la società nostra non cammina verso di esso, perchè esso non potrà essere attuato nè oggi, nè domani, nè in epoca prevedibile, anche se fosse possibile in sè medesimo.Vi è stato uno studioso tedesco (se non erro nel nome, è lo Scheil) il quale ha detto che il collettivismo è stato la filosofiaeconomicadel proletariato. Io accetterei questa definizionegenetica e direi di più: che il collettivismo è stato la filosofiaeconomica del proletariato, nel momento in cui esso cominciava ad agitarsi ed avviavale sue funzioni e la sua attività politica. Bisognava dare una norma a tutte quelle coscienzeche cominciavano ad agitarsi, bisognava proporre ad esse uno scopo così radicalmente diverso dagli scopi .di tutti i mutamenti e movimenti che andarono avvenendo,che traesse da parte il proletariato, gli desse forza di volontà e di movimento; bisognava, infine, dalla stessa filosofia, dalla storia, trarre fuori qualche cosache potesseapparire possibile a ('.()foroche erano invitati a questo movimento nuovo, che facessead essi apparire possibilelo strano fine, verso il quale erano chiamati ; e così nacque il collettivismo, vale a dire la promessa d' una società, nella quale il proletariato, organizzandosied acquistandola forzapolitica, avrebbeun giorno conquistato lo Stato e quindi trasform.ata radicalmente la società presente. Voi sapete, o Signori, in base a quali principi e in base a quali previsioni storiche il Marx raggiunse queste conseguenze. Biblioteca Gi110Bianco

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