Romolo Murri - La Chiesa e il collettivismo (contraddittorio Murri-Bertelli)

- 43 - duzione, cercherebbesoltanto di allargare questa parte a discapito e dispendiodi tutte le altre attitudini, le quali produconooggi beni morali, sociali ed elevati. Voi avete inteso,o Signori; questa è una cosache può piacere ai lavoratori, perchè·essa apre, dinanzi ad essi, un avvenire fantastico,ognunopotrà lavorare.soltantobrevissimotempo, perchè la produzionesarà molto più abbondante,ognunopotrà anche avere del tempo libero per altre occupazioni.Ma appunto, questa grande e idillica condizionesociale non potrà mai avvenire,perchè e' è una contradizionepatente, non potrà mai avvenire sopprimendoquei fattori che ci hannoportati ai vantaggi moderni della società, ed elevando quel fattore, il quale non porta nella società che una parte passiva, 11 che è il lavoro, subordinatoe diretto dalle attitudini superiori. Io finiscoadunque,o Signori, ripetendo quello eh' io diceva e sintetizzandoappunto per rendere più facile al mio cortese avversario le risposte. Io ritengo il collettivismoimpossibile .ed utopistico.innanzitutto, perchèla nostra societànonva verso 11 collettivismo,ma perchè coloromedesimiche parevanoimPegnati a darci il collettivismo,sonooggi costr~ttia darci una trasformazionelenta, in luogodi una trasformazionealla quale rinunziano. In secondoluogo il collettivismoè un' utopia, perchè esso non è neéessarioa rimediare i mali presenti,mentre altri modi vi possonorimediare. In terzo modo è impossibile perchè non si potrebbe, nel collettivismo,stabilire convenientementela distribuzionedegli uffici e le parti fatte in questa distribuzioneall'attività e al1' intelligenza. In quarto luogo, infine, il .collettivismoè impossibile,perchè nessuna società collettiva potrebbe trovare il mezzo di attribuire e distribuire la ricchezza secondo i diversi uffici e le diverse attitudini che si richiedononel processo dello sviluppo sociale. Biblioteca Girio Bianco

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