Romolo Murri - La Chiesa e il collettivismo (contraddittorio Murri-Bertelli)

- 42 - professione.Ora, Signori miei, francamente io non credo a questa rinunzia alla libertà dell'uomo, e se io esaminoil socialismo e il collettivismomedesimo, io non veggo come ora esso vada in alcun modo anticipando qualsiasi rinuncia alla libertà. Esso anzi vuole aumentare per quanto è possibile la libertà ad esso assegnata,ed ha un' opposizionenaturale per tutto quello che vincola la libertà dell'uomo, sia che la vincoli nella famiglia o nella produzioneo nello Stato. Il socialismo vorrebbeanzi rendere, per quanto è possibile,indefinita la libertà dell'uomo, ma allora come si concilia ciò colle innumerevoli ed incredibili limitazioni di libertà che porterebbe seco la società ventura? Come si accorderebbecioè questa libertà di scegliere i mezzi cli produzione,i luoghi di essa e tante altre condizionidi questo genere, dentro limiti molto ristretti7 creati dalle condizionigenerali della società stessa? E poi, o Signori, io accennavoanche ad un altro inconveniente fondamentale in una società collettivista. Non soltanto sarebbe impossibile distribuire la forza del lavoro, ma anche impossibile distribuire convenientementei resultati di quel lavoro medesimo. Il mio egregio contradittore ha parlato di premi da pagarsi al genio,ma non sonoi premi che cerchiamo, o Signori; noi cerchiamosoltanto di saperequello che va natu ralmente e ordinatamenteattribuito alle diverse partecipazioni degli uomini nel lavoro sociale. So beneanch' i? che oggi non è possibile a tutti sceglierela professionedi ministri, ma credete voi che tutti potrebberoaverea quel postotutte le attitudini per far fronte alte esigenzeche l'ufficio stesso richiede? O non credete voi che la società dovrà, sempre per necessità, distrir,uirsi in parecchie classi, in parecchi ordini di persone, ai quali sieno affidati diversi uffici sociali? C'è qui, Signori miei, un' esigenza della democrazia, che abbiamoin parte raggiunta, ed alla quale noi teniamo. Gli ufficisociali debbonoessereaperti veramentenon già alle classi ed agli uomini che le compongonom, a all' intelligenza, all'attività, come avvienenella società d'.oggi. Oggi, per que sto, tutti siamo eguali; ma il mio avversariodice che non è possibile, a molti, di partecipar(.a, i beni dell' intelligenza,per non avere i mezzi necessari alla vita. Ebbene, è necessarioriparare anche a questo. Tutto però, o Signori, riparerà a questo, fuorchèil collettivismo, pe:-chèesso esagerandoindefinitamente la parte che il lavo•·oha nella proBiblioteca Gino Bianco

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