Marco Antonio Canini - L'unione elleno-latina

-29socialismo, alle riforme. È possibile che i nostri governanti, quando si veggano impotenti a negare le chieste riforme, a combattere la demot:razia, colgano qualche pretesto per pret:ipilare il paese in una guerra con alleanze antipatidJC, mostruose, con un esercito impreparato, con una marina incompleta. Allora noi ci dovremo ricordare di quel dello famoso degli avi nostri Romani : « Suprema legge è la snlute della patria >>. l\è quell'errore del no::;trogoverno agg·iunto a tanti altri errori ci doHcù!Je far mara\'iglia. Quando l'Italia acccltù la forma monnrchit;a, si obligò implit:itamenlc a lasciare che il progresso, imece di compiersi in un modo, dirò cosi, accelerato, si compiesse in un modo temperato, grndt.:ale, successivo. Senonchè da qualche tempo io seulo una trista parola c Yedo a quel);} parola corrispondcuti lrisli fal.ti: sento parlare di freni. Ora i freni arrestano il progresso, lo possono Ci.lllf',iarc in rcgresso. Io credo che voi non mi smentirete se io a!Tcrmo che il popolo italiano fedele ai patti giurali vuole appunto quel progresso temperato e legale, ma che di l'reni non ne vuoi all'allo sapere, c a chi le avesse dimenticale ricorda le terribili lezioni dale dalla storia a certi stringilori di freni. Prima di finire il mio discors0, bramo di rivolgere ancora il pcnsier v0stro a que' grandi 1Laliani, dni quali ho preso gli auspicii nel cominciarlo, a Mazzini ed a Ga- .b Id' ·· ..,., , ""1 r1 a 1. ~~i~tf!,·P;.: ru'l.:b Se da quelle venerate effigie potesse uscire una voce, sarebbe, ne sono sicuro, una voce di conseuso alla deliberazioni che io, consacrando alla patrie~, all' umanità un avanzo di forze e di vita, sono vennlo a proporvi. Se ~lazziui e Garibaldi potessero ancòra parlare, e'vi direbbero « Italiani, tenete sempre in cuore, mellete sempre in allo gl'ideali ~be noi ri abbiamo predicato colla parola e coll'esempio. Ecco il nostro volo supremo: riconciliazione coi Francesi ; uni one di tutti i figli ùi Roma e di Atene, e odio eterno ai nostri antichi oppressori. >>

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