Una città - anno III - n. 28 - dicembre 1993

di viaggi Lettera da Lagos. Un racconto di Alessandro Carrera. Così, vedi, mi sono deciso a scriverti. Forse non te l'aspettavi più, mi davi per perso, tutto preso dal mio nuovo incarico di interprete della Commissione Europea, ma io ti ho pensato spesso. So che hai vinto il concorso di associato di Storia delle Religioni e forse hai · paura che ti invidii. Sì, un po' ti invidio. Avrai degli allievi, sarai un caposcuola, ne hai la stoffa. Ma poi no, non ti invidio, io non sono un professore, sono solo un finto avventuriero, e mi sono trovato un lavoro che è tutta una finta avventura. Ti scrivo dallo Hilton di Lagos. Ci sono arrivato dopo un viaggio di due settimane nel Sahel con una delegazione di Bruxelles a cui si è unito un esperto americano. Si trattava di decidere se continuare un programma di aiuti e in quale modo. E' metà giugno e dovrebbe essere la stagione delle piogge, ma le piogge sono in ritardo, come lo sono state l'anno scorso e come lo saranno l'anno venturo. I pastori passano le giornate intorno ai pozzi e tirano su solo secchi pieni di fango. Sai quanto è lungo il Sahel? Duemila miglia, dalla costa del Senegal al Chad. Duemila miglia di pascoli appassiti dove soffia lo harmattan, il vento del Sahara, secco e rabbioso, dalle dune d'Algeria fin quasi al mare. Non c'è un cambio di pressione che lo fermi. Sahel significava confine del deserto. Non c'è più oessun confine. Due giorni fa è successa una cosa curiosa. Eravamo nella suite di Mr. Wilkins, il nostro consulente americano, un agronomo delle pianure centrali, grigio di capelli, faticoso nell'acume, e alla sua prima missionecosì lunga e impegnativa. Bevevamo qualcosa, chi sdraiati sui letti, chi allungato sui divani, e parlavamo di linee aeree e della qualità del servizio di bordo, la conversazione abituale di tutti i funzionari della cooperazione internazionale. Ogni tanto qualcuno usciva a fumare, perché Wilkins è l'unico che non fuma. Io ho appoggiato un bicchiere su una cassettiera e il titolo di un libro che ci stava appoggiato sopra mi ha incuriosito. Era scritto da un predicatore americano e paragonava il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale alla venuta dell'Anticristo. Così queste erano le letture di Mr. Wilkins? Intendevo ritornarci appena la serata si fosse un poco diradata. Mi sono versato un altro bicchiere, ho attaccato discorso con un funzionario francese e quando ho cercato il libro mi sono accorto che non c'era più. Senza che me accorgessi Wilkins l'aveva fatto sparire. Tra il 1973 e il 1980 il Sahel ha ricevuto cinque miliardi di dollari per combattere la siccità. Gli aiuti erano programmati da esperti diplomati nelle università agrarie del- !' Indiana e del Texas; dovevano razionalizzare e incentivare I' agricoltura tradizionale, trasformandola da economia di sussistenza in economia da esportazione. La parola d'ordine era: "monetarizzazione delle risorse". Hanno costruito dighe grandiose, bloccato i fiumi e scavato canali. Hanno costretto a migrare i pastori che si affidavano alle inondazioni periodiche e li hanno convinti a diventare agricoltori. Poi si sono accorti che il terreno era troppo salato per le coltivazioni e le zone intorno alle dighe sono state abbandonate, così che ora molte delle dighe sono sul punto di crollare. Tra il 1950 e il 1960 vennero costruiti anche pozzi enormi, che potevano abbeverare seimila capi di bestiame in territori dove di solito ne pascolavano seicento. Calpestato e brucato da un numero eccessivo di animali, il terreno si era trasformato presto in un deserto, con i tuo bravo pozzo al centro e i Tuareg ne hanno già fatto chiudere più di uno per fermare la desertificazione. In alcune zone ci sono stati dei successi: l'economia di sussistenza è stata rimpiazzata da coltivazioni di palme da olio, arachidi e cotone, e le esportazioni sono aumentate per tutti gli anni '70. Ma ci hanno guadagnato solo le compagnie esportatrici e la gente non può mangiare solo arachidi. Così, mentre le risorse venivano monetarizzate, è cominciata la fame. Anche i veterinari sono stati molto bravi: hanno ingrandito la misura dei greggi oltre le capacità di assorbimento del terreno, esercitando una pressione intollerabile su una· terra quasi arida. Solo da pochi anni gli antropologi hanno comh:1çiato a pensare che i costumi delle etnie del Sahel non erano poi così rozzi, e che avevano il preciso scopo di garantire loro la sopravvivenza in un ambiente povero e ostile. Perché Wilkins ha avuto paura di lasciare in giro quel libro? Temeva che qualcuno lo riconoscesse? Io l'ho riconosciuto. Era l'ultimo di Hai Lindley. Conosci Hai Lindley? Non lo insegni nei tuoi corsi sulle interpretazioni dell'Apocalisse? Guidava un rimorchiatore sul Mississippi, fu colpito dalla rivelazione, si iscrisse a un seminario di teologia a Dallas, pubblicò gli appunti che aveva preso ai corsi spacciandoli per profezie bibliche e tra il 1970 e il 1980 vendette 20 milioni di copie. In The late Great Pianet Hearth annunciò la fine del mondo per il 1981. In There's a New World Coming interpretò I' inquinamento come preludi o ali' Apocalisse. In Countdown to Armageddon previde la battaglia universale prima del 1990. La fine del comunismo non ha disarmato né lui né altri profeti, anzi gli ha dato munizioni in più. Loro e il presidente Bush sono stati gli unici a prendere sul serio l'ipotesi del Nuovo Ordine Mondiale. Qualcuno ha detto che era la Fine della Storia. Lindley e i suoi soci hanno fatto un passo in più: vi hanno visto la Fine dei Tempi. Se Wilkins avesse trovato ridicolo quel libro non l'avrebbe nascosto; visto che in quella suite d'albergo il tono languiva, . avrebbe potuto usarlo come argomento di conversazione. E non l'avrebbe nascosto nemmeno se ne fosse stato pienamente convinto; avrebbe potuto approfittare del nostro sbandamento di umanisti secolari per evangelizzarci. Ma Wilkins sa quali sono i miei studi. Forse teme di discutere con me il suo interesse per l'Anticristo. Forse teme di non essere all'altezza. Non è un uomo presuntuoso ed è portato a sopravvalutare la cultura degli europei. E ha ragione, perché mi piacerebbe usarlo come sparring partner e rimettermi in esercizio. Ti sei mai occupato della filosofia dei ladri di bestiame? Prima di questo viaggio, nemmeno io. Per quello che avevamo imparato dai western, i ladri di cavalli si impiccavano subito e senza processo, e quelli di mandrie seguivano a ruota. Oggi si possono comminare pene più umane, ma è pur sempre un crimine. Così pensano i professori di diritto mandati a istruire gli studentidel le università africane; così concordano i quadri dirigenti del Terzo Mondo educati alla Sorbona, a Cambridge o a Mosca, ansiosi di mostrare la loro patente di occidentalità alle delegazioni che decidono dell'erogazione di fondi. L'uomo del Sahel la pensa in un altro modo. li furto di bestiame fa parte della sua educazione, e ha lo scopo di mantenere le dimensioni di ogni mandria nei limiti che un uomo solo può contro Ilare ad occhio nudo. CO Se qualcuno si fa rubare degli animali è perché ne ha troppi e non è più in grado di sorvegliarli. E se ne ha troppi non li può curare a dovere, mentre chi glieli ruba ne avrà una cura migliore, finché non ne avrà troppi a sua volta e troverà qualcuno pronto ad alleviargli il lavoro. Tu sai che sono agnostico e che non ti ho mai invidiato la tua fede. Dio si è allontanato così tanto dalla mia vita che non so se arriverò mai dove l'ho lasciato, ma lui e il suo avversario mi fanno ancora cenno, sono centri gravitazionali del p<msiero verso i quali la mente è attirata. Sono comodi: spiegano così tanto e ci chiedono ormai così poco. Ti ricordi di quando ti citavo il Chuang-tzu? In nessun luogo c'è governo. E tu di rimando mi citavi la Shari 'ah: solo Dio possiede, solo Dio comanda, solo Dio sa. E non eravamo ciechi alle conseguenze di un tale abbandono: se in nessun luogo c'è governo non è moralmente riprovevole mettersi al servizio di un signore della guerra e trarne un moderato vantaggio. E se solo Dio possiede, comanda e sa, gli uomini sono sollevati da ogni bisogno di legiferare, il che rende blasfemo ogni governo secolare. Poiché la prima alternativa conduce all'anarchia e la seconda alla teocrazia, ne concludevano che ogni principio è male quando si pone come assoluto. Se il diavolo non esistesse, Dio non avrebbe scuse. Ti hanno chiesto queste cose agli esami di associato? Harmattan, Harmattan. Mi è soffiato nelle ossa per giorni, quando eravamo là fuori nel Sahel. Mi suonava come Apocalisse 16,6,Armageddon, Har Megiddo, Ezechiele, la montagna dove le armate di Gog verranno distrutte dall'esercito di Dio. Puoi immaginarti le associazioni che sono seguite: Daniele, Matteo 24, la seconda lettera a Timoteo, Origene, San Malachia, lo pseudo-Ippolito e lo pseudo-Metodio, I' Epistula de ortu et tempore Antichristi di Adso di Montier-enDer, Bernardo di Clairvaux, Gioacchino da Fiore, Pietro di Giovanni Ulivi, Ubertino da Casale, Isaac Luria, le profezie dell'Anticristo a capofitto lungo i secoli, fino al povero pamphlet che Wilkins ha avuto tanta premura di nascondermi. Se me l'avesse chiesto gli avrei fatto un riassunto. Ho buona memoria. Non so se Dio la apprezza ma sono sicuro che l'Anticristo la tiene in gran stima: non può permettersi di essere dimenticato. lo lo so perché lo conosco bene. Lo vedo tutti i giorni, lavoro per lui. Non c'è niente di particolarmente terribile nel suo aspetto. E' di media intelligenza, fa sinceri sforzi per apprezzare la cucina del paese in cui si trova e semina intorno a sé degli irrilevanti famuli che discutono incessantemente di come si viene trattati sulle linee aeree. L'Anticristo non è malvagio, I' Anticristo è un uomo di pace. L' Anticristo ama la buona musica, vuole il coro e l'armonia, vuole che ci inginocchiamo tutti insieme al momento dell'annuncio della Fine, con un fazzoletto sotto le ginocchia per non farci male. Se conoscesse la Kabbalah ti direbbe che vuole Kether in Malkuth, che la gloria di Dio si sparga sopra il regno della materia. L'Anticristo è un benemerito che opera perché il regno di Dio sia realizzato in questo mondo. Chi non vorrebbe quello che lui vuole? L' Anticristo è l'uomo politico. Quando mi chiedono che mestiere faccio mi piacerebbe rubare la risposta a Mefistofele: sono la forza che opera il male e produce costantemente il bene. Ma non mi posso illudere, non posso sperare di salvarmi l'anima. Da quando faccio da interprete agli uomini politici io sto servendo il Male Assoluto. Mi hai capito bene, lo ripeto senza tentare di attenuare in alcun modo quello che dico: la politica è il Male Assoluto e l'uomo politico è il Principe delle Tenebre. Che sia in buona o in mala fede non ha importanza. Egli è la forza che anche quando opera il bene produce costantemente il male; egli è la forza che anche quando produce il bene mira costantemente al male. Il male non è un dovere, il bene lo è. Il male è libero di essere quello che vuole, il bene non lo è. Il male può essere fatto senza intenzione, per distrazione, per negligenza, spesso per ignoranza. Resta male, ma ha delle attenuanti. Il bene non ha attenuanti. Deve essere fatto con la coscienza desta e con la precisa volontà di fare il bene, altrimenti non serve, viene l'Anticristo e se lo porta via. Tu dirai: se non credi, perché lo chiami Anticristo? Perché una cosa so per certo, ed è che siamo creature, siamo stati creati, e non so chi o che cosa ha esercitato questo potere. Tutto ciò che so di me è che un tempo non c'ero. Quindi resta in sospeso Dio, ma non certo la creazione. Può darsi che dall'Anticristo risulti,occasionalmente, il bene. Ma non sarà altro che un male differito. Il bene deve essere cosciente di sé, deve essere voluto, perché solo se è voluto ripete la gloria della creazione. Anche il male nutre la creazione fino agli ultimi confini dell'universo, ma non la ripete, non lo può, è questa la sua dannazione. Se il male vuole il bene sarà un bene maledetto. Se l'Anticristo vuolepernoi il migliore dei mondi possibili, sarà un mondo maledetto. Come immaginavo, Mr. Wilkins è un Bom Again Christian, un cristiano rinato, convertito da pochi mesi alla Chiesa Avventista del Settimo Giorno e ribattezzato in deep water, nell'acqua di un fiume. Me l'ha rivelato lui stesso mentre tornavamo all'albergo in una limousine dai vetri oscurati, attraversando Lagos di notte, dopo aver passato tre ore di attesa inutile e umiliante alla lounge dell'aeroporto. Ci avevano chiamato alle undici di sera da Bruxelles, qualcuno era già a letto e ha dovuto rivestirsi. Un alto Commissario della Comunità Europea era in viaggio da Johannesburg, faceva uno scalo tecnico di tre ore a Lagos e prima di ripartire voleva incontrare la nostra delegazione. Era un segno di grande stima, ci hanno detto, significava che dava molta importanza alla nostra missione e la considerava decisiva ai fini di una politica degli investimenti in quest'area del Terzo Mondo. Quando siamo arrivati ali' aeroporto il suo aereo era già atterrato. Ci hanno sistemato in una sala d'aspetto riservata, una stanza vasta e spoglia, dalle poi trone un po' sbrecciate, rattristata da fotografie in bianco e nero del generale Ba-. bangi da, l'attuale dittatore. Ci hanno portato del caffè e ci hanno assicurato una, due, cinque volte che entro pochi minuti saremmo stati condotti ali' aereo dove il Commissario ci attendeva. Abbiamo aspettato fino alle tre di notte, le conversazioni che morivano una dopo l'altra, la notte, fuori dalle ampie finestre, tagliata dai fari dei Jumbo che atterravano. Infine il nostro segretario ha trovato il coraggio di andare a chiedere spiegazioni, e io l'ho accompagnato. Un funzionario del seguito era sceso a sbrigare pratiche ed era sul punto di reimbarcarsi. Alle educate rimostranze del segretario ci ha guardato come esseri strani, creature in Khaki della notte africana con i quali lui e il suo gessato blu non avevano niente a che fare. - Sono le tre di notte- ci ha risposto sprezzante. -Il Commissario dorme-. Il governo militare che ha preso il potere nell'85 ha appena annullato le elezioni, pochi giorni fa l'opposizione ha sbarrato i ponti che dalle tre isole residenziali conducono al centro commerciale sulla terraferma. Se Babangida non si dimette si rischia la guerra civile, il nord musulmano contro il sud cristiano. Otto, dieci, dodici milioni di disperati sono scesi a Lagos negli ultimi anni. Nel fango e nelle malattie stanno costruendo il loro e il nostro terrificante futuro, le culture inconcepibili del secolo che verrà. Gli occidentali attraversano la città solo in carovana. raccontano di un serpente entrato in casa, temono la malaria che prima o poi prenderanno. scendono all'oceano e guardano pescare grandi pesci, tornano al loro lusso relativo come al ricordo del lusso relativo. Wilkins è un uomo spaventato. Mi ha tenuto nascosto quel libro perché temeva di discuterlo, così mi ha detto per sdrammatizzare, con un cinico cattolico europeo. L'ho rassicurato, non sono più cattolico. Lui, prima della conversione, era un tranquillo metodista. Ha convissuto con la paura della guerra fredda e della distruzione nucleare, ma non è riuscito a reggere la paura di una guerra che non c'è stata e di una distruzione che non ci sarà. Credo che sia come spaventarsi di un incidente evitato per un soffio, di una malattia che non ci ha colpito, di una banca che non è mai stata svaligiata. Che la fine del mondo, che pure sembrava così vicina, non sia avvenuta per mano dell'uomo, è per lui il segno più sicuro che avverrà, e molto presto, per mano di Dio. Forse già in questa vita Wilkins vedrà il figlio dell'Uomo venire sulle nubi. Ma il Giudizio non sarà la fine, sarà solo il nuovo Principio. L'Universo non sarà revocato, la città di Dio si stabilirà sulla Terra e solo chi passerà un esame di conoscenza biblica ne sarà cittadino. Wilkins vuole I' Apocalisse, ma non vuole morire e poi risorgere. Vuole sopravvivere nell'Apocalisse, vuole presentarsi con le credenziali migliori per il posto di lavoro che lo attende nel1' organigramma del Regno. Wilkins sta studiando l'Apocalisse come un manuale di tecniche di sopravvivenza. Negli anni '50 avrebbe comprato rifugi atomici da montare in cantina. Ora, mi ha detto con orgoglio, il suo rifugio è la Bibbia. Chi è l'uomo politico? Cercherò di dirtelo in poche parole: è colui che non sta mai solo. Non ti dico che non è solo, ma che non sta da solo, che non ne è capace. Per questo non va confuso con i grandi tiranni di una volta, Saul che trema per i suoi figli, Filippo II che una volta pianse, Ivan il Terribile che decide lo sterminio dei boiardi in una solitudine spaventosa. Non ti sto parlando di personaggi di questa statura. I nostri uomini politici sono sempre aiutati e consigliati, non si prendono mai due minuti di tempo per pensare, non possono isolarsi, non possono fare una passeggiata in pace per schiarirsi le idee. Hanno bisogno di sentirsi intorno la folla dei loro clientes anche mentre dormono su un aereo, di notte, in un areoporto ai confini del mondo. Quando è in buona fede il politico è come il Dio di Melebranche: se le leggi in base alle quali agisce fossero più complesse e tenessero conto di più variabili ci sarebbe meno male nel mondo, ma si perderebbero i valori di generalità e, diciamolo pure, di eleganza, delle sue grandi decisioni. il mondo non è fatto per il bene ma per cantare le sue lodi. La relativa semplicità delle scelte divine diviene così un valore estetico, come in un teorema di logica è un valore la concisione. Il buon risultato dell'azione è assolutamente secondario, e diviene minimo rispetto alla gloria e ali' onore che

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