Una città - anno II - n. 11 - marzo 1992

1 'il l ., BibliotecaGino Bianco ... --~--~ e! .l'.t ~.U:ti?:.~-«-':::•~-- .~]»~{W./f/$W@ffft'féBm¼.~Wèh.%BW4M%tt@Efift¾lWM1rtS. ' . i IL BARICfNFRO DELLA CASA L'amica che mi ha chiesto di scrivere questa breve riflessione si è espressa pressappoco così: "l'idea è quella di vedere come e se è cambiato il baricentro della casa". Il termine "baricentro" mi riporta ai vecchi libri di fisica del liceo, dei quali ricordo ben poco. Più o meno credo si trattasse di un punto materiale sul quale scarica il sistema di forze di una massa. Un altro ricordo è legato ad un macchinario semovente, munito di un'enorme palla a pendolo, che serviva a demolire le case pericolanti. Me lo ricordo in azione da bambino, questo aggeggio infernale che si accaniva sui poveri scheletri degli edifici bombardati, ultimi testimoni architettonici della catastrofe bellica trascorsa da pochi anni. Mio padre diceva: "Vedi? Se colpiscono il baricentro la casa crolla tutta d'un colpo·•. Ma quando la mia amica parla di baricentro non intr:nde quel punto fisico, quanto piuttosto un fulcro psicologico e relazionale attorno al quale ruota il sistema familiare. Quindi il baricentro è quasi uno stato d'animo del gruppo, un punto di mediazione tra le forze del potere parentale, un compromesso tra autenticità e mistificazione nel complesso gioco dei ruoli della famiglia. Certo. Esiste una correlazione tra "architettura parentale" ed architettura urbana: se vogliamo capire l'evoluzione storica degli edifici da abitazione dobbiamo osservarli ali' interno del rapporto fra bisogni umani, tensioni estetiche, cultura e vita delle genti. Non possiamo cogliere il passaggio dal palazzo feudale alla villa padronale, alla casafattoria, ali' appartamento urbano se non osserviamo la struttura psicologica e sociologica dei rapporti umani nei secoli. Sono essi che "informano" lo sviluppo delle linee architettoniche e non viceversa. La casa, prima di essere un luogo materiale, è una tensione emozionale; un tentativo di dar forma ad ancestrali bisogni di sicurezza, di rapporto, di organizzazione di affetti, di pulsioni erotiche. L'interpretazione psicoanalitica dei sogni ci illumina sul significato simbolico della casa e dei vari comparti in cui essa è divisa: casamadre, casa-contenitore. casa-protezione, casacalore, casa-lo, casa-prigione; sono tutti significati possibili. Ma entriamo nella casa; cerchiamo questo famoso baricentro relazionale, questo luogo-fulcro che si definisce e si trasforma con l'evolversi, storicamente determinato, dei costumi e dei rapporti. E' probabile che i baricentri del palazzo feudale non fossero gli stessi della casa-fattoria o del moderno appartamento condominiale. Basti osservare nei secoli l'evoluzione architettonica dei comparti domestici: il bagno, ad esempio, ristretto e sacrificato, negato, fino ad un passato non troppo remoto, si allarga nell'era contemporanea parallelamente ali' espandersi delle culture liberatorie. Anch'esso figlio del sogno idilliaco dell'umanesimo rinascimentale, si arricchisce di elementi, si colora e vezzeggia nelle forme e negli accostamenti cromatici. Viene spontaneo correlare tali trasformazioni al tema della "riscoperta della corporeità": dalla cultura della negazione del piacere corporeo, a volte esagerata fino a vedere immorale lo stesso atto di lavarsi a corpo nudo, al graduale riconoscimento di quei bisogni e godimenti che le morali, specie quella cattolica e luterana, avevano scomunicato. Solo quindici anni or sono mi trovai a combattere con le religiose di un orfanotrofio maschile che costringevano i bambini a fare la doccia con le mutande (tanto per parlare di negazione della corporeità). E oggi: per chi se lo può permettere un bagno a persona, idromassaggio, vasca e box doccia, di Gianni radolini gabinetti sofisticati dalle forme avveniristiche; esagerazione di un narcisismo somatico facile preda della macchina commerciale. Un bagno, quasi apologia del cacare ... E il baricentro si sposta dal bisogno primario al bisogno indotto; dal bisogno naturale a quello consumistico. Le variabili che inf'.luenzano il muoversi del baricentro domestico sono tali e tante che ne diviene impossibile una definizione. Possiamo solamente ripercorrere, per tappe sommarie e grossolane, questi spostamenti. Non è il caso di portare la nostra riflessione troppo indietro nella storia perché allora ci sfuggono le chiavi interpretative delle interconnessioni sociali e dovremmo quindi accontentarci dell'osservazione superficiale di alcuni epifenomeni. Retrocediamo fino al feudalesimo, di cui restano le vestigia architettoniche nei castelli e nei palazzi sparsi per l'Europa. Il feudalesimo, databile solo in maniera molto approssimativa fra la morte di Carlo Magno e gli albori del XII secolo, vede un'architettura domestica funzionale ad un contesto sociale di rapporti chiusi, autosufficienti ed autarchici. I baricentri del castello feudale sono più d'uno e nel loro complesso determinano un sistema di forze che consente il permanere di una società governata da un sentimento del potere e del possesso quasi ossessivi. Il castello feudale è un microcosmo: è casa, è granaio, è scuderia, è anneria, è fucina, è luogo sacro. Si può vivere un'intera esistenza senza uscire mai dal castello. Ma la società feudale, l'organizzazione castellana, porta in seno i germi della propria rovina, allorché il commerciante, l'artigiano, il medico, l'artista, ricercano un proprio spazio di vita e di cultura divenendo rapidamente quella "classe" che nel tardo medioevo tratteggerà i connotati della futura borghesia. IIbaricentro del l'organizzazione architettonica borghese è l'opificio, il luogo dove si lavora, dove si produce un bene commercialmente significativo, e dove più tardi, col nascere dell'industrializzazione, si produce il plus-valore. La casa della borghesia europea del XVII e XVIII secolo è la casa-bottega, sempre meno luogo del sacro (oratorium) e sempre di più luogo profano, materiale, mondano (laboratorium). Dall'organizzazione implosiva dei rapporti feudali ·all'esplosione cittadina: è l'età dei comuni. Da questo momento in poi l'architettura d'abitazione si orienta su due grandi filoni: il contenitore murario della famiglia patriarcale legata alla terra (la villa padronale, la fattoria) tarda erede di valori feudali e sacrali non del tuuo tramontati, ed il contenitore, più piccolo, della famiglia mononucleare, quella del commerciante, dell'operaio, dell'artigiano, del medico, del l'insegnante. Tali edifici si suddividono in ambienti correlati a ruoli sociali definiti: la cucina, il luogo della donna: l'officina o la biblioteca-studio, il luogo del "pater familias". Il baricentro oscilla tra il luogo del potere femminile e nutrizionale e quello del potere maschile e decisionale. Ma venendo all'oggi? I ruoli si confondono e con essi si confondono gli spazi ... Ed il baricentro domestico oscilla insicuro, cercando di ridefinire se stesso. La donna conquista il diritto di accesso a spazi tradizionalmente maschili e l'uomo guadagna ambienti un tempo riservati all'esercizio della femminilità ... E il baricentro oscilla, come tutto, d'altra parte, in questa neosocietà ancora fetale e confusa che altro non può fare che sperare in un parto futuro. Certi orrori architettonici di oggi, troppo spesso considerati gioielli stilistici d'avanguardia, in realtà non sono altro che aborti di un feto estetico espulso prima del tempo. UNA CITTA' 1 3

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