Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

195 di ristrutturazione e di innovazione tecnologica e organizzativa: e tuttavia, possiamovedereoggi in Italia comequellastessaclasseoperaia che aveva contestatoviolentemente (e consuccesso) alcuni elementi centrali delle politiche capitalistiche di produttività, oggi le subisce, e probabilmente le subisce non solo sul piano di fatto ma in termini culturali. I l rapido e drammaticomutamento nella situazione alla Fiat ne costituisce la manifestazione più evidente. Ma questomutamentonon significanecessariamenteunaconversioneoperaia a un'ideologia della «neutralità» dei processi tecnologici: corrisponde, più probabilmente, a unmutamento nella valutazione dei rapporti di forza, e dei conseguenti vincoli, nell'ambito di una visione che resta «politica». L'effetto pratico, tuttavia, è lo stesso. Ese i rapporti di forza politici (a livello mondiale!) faranno si che la trasformazione «epocale», giustamente individuata da Sabel nell'attuale fase del processoproduttivo capitalistico, ci porterà a un pesanteregime «neo-fordista», certo — noi che abbiamo letto il suo libro — non ci lasceremoabbindolare dalle spiegazioni deterministiche (10), che ce la presenterannocome il frutto inevitabile delle supreme leggi dell'efficienza: ma sarà unamagraconsolazione. Siaben chiaro: conquestonon voglioscommettereacriticamente suun'ipotesi «pessimista», in contrapposizione alle ipotesi alternative chedel resto Sabel presenta, come ho detto, con molta cautela. Vogliosolo sottolineare come lo stesso«fattore politico» sia sottoposto avincoli: anch'essi politici, e pen') sedimentatisi storicamente attraversodecenni (e consolidatisi in «strutture» che hanno una loro relativa autonomia), e quindi più difficilmentemodificabili, o dipendenti da fattori politici appartenenti a un ambito che è fuori dalle nostre possibilità di influenza diretta. li problema delle alternative storiche al «fordismo» si presenta allora come assai più complesso — sia sul terreno analitico che su quellodell'azione politica. Ma proprio di qui deriva — se mai — un'importanza ancoramaggiore di un lavoro come quello di Sabel. . 10. Cos) infatti Sabel conclude i l suo libro: «. . . Ma non appena un nuovo sistema, per quanto instabile, sarà in piedi, gli scienziati della destra vi diranno che tutto, dappertutto, fino all'ultimo dettaglio, è stato determinato dal perseguimento dell'efficienza. E gli scienziati di sinistra vi diranno che l'inevitabile perseguimento dei propri interessi, da parte di ciascun gruppo, determinato dalla sua collocazione nella divisione del lavoro, è la vera spiegazione. Gli uni e gli altri sosterranno che idee della dignità e dell'onore, i programmi politici che esse esprimono, e i conflitti a cui hanno dato luogo, erano solo schiuma sull'onda della storia. Sc siete rimasti persuasi dal libro che avete finito di leggere, non crederete alle loro parole» (p. 231). Biblioteca Gino Bianco

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