Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

123 deal, come sostiene una femminista, allora è certo che noi viviamo in una società che deforma entrambi questi agenti, e rende più difficile che mai per chiunquecrescerearmoniosamente (26). Caratterizzarequesta societàcome «cultura del narcisismo» può essere errato, perchésignificanon tener contodell'importanza primaria che il narcisismoha per lo sviluppo emotivo. Si potrebbe allora ricorrere a un altro termine, e parlare di «cultura dell'ego ideal inibito». Non intendoaffatto difendere unoschemarigidamente patriarcale dello sviluppopsichico, némettere in discussione i valori femminili — se vogliamocontinuare a chiamarli femminili — della mutualità e dell'unione congli altri. Voglio soltanto far notareche, per ironia della sorte, quei valori sono stati più vicini alla realizzazione nelle società patriarcali delpassato che nella nostra società. Il problema, direi, è questo: anche se non è più particolarmente difficile pensare a una società senza padre, è un errore serio, e forsepericoloso, considerarla un'utopia positiva. La sinistra freudiana, che si è costituita anche in opposizione alla vecchia sinistra, con il suo determinismoeconomico e la sua ingenua fede nel progresso materiale, ha presocoscienza di molti problemi reali della nostra società e ha identificatomoltesueesigenze fondamentali: in particolare il bisogno di dominare lo spirito di acquisizione e dominazione, quellod'un atteggiamentodiversoverso la natura, quello di rapporti veramentenuovi tra uomini e donne. Ma dirigendogran parte del proprio armamentocritico contro la famiglia patriarcale, purtroppo, la nuova sinistra ha confuso i termini del discorso. Ha rivolto i propri strali contro uno pseudo problema, facendooggetto di critica non la società, o lo stato, ma la famiglia. I lineamenti peggiori della nostra societànondipendonodal dispotismo di un padre autoritario (dispoti26. Engel, cit., p. 101: «11 super-io, erede del complesso d'Edipo, insiste sulla realtà e sulla separazione del bambino dalla madre, mentre l'ego ideal, erede dello stato di narcisismo primario, ristabilisce le promesse dell'immaginazione, del desiderio e delle fantasie di ri-fusione. 11 regno esclusivo dell'ego-ideal, la fantasia infantile di trionfo narcisistico, forma le basi dell'illusione, dell'adesione cieca all'ideologia e del desiderio perpetuo che il Lasch cita come caratteristiche del narcisismo. Eppure, i l desiderio di riconciliare l'io e l'ego-ideal, la spinta verso il ritorno a uno stato infantile indifferenziato di narcisismo pricontribuiscono al contenuto e alla tendenza dell'immaginazione, per non dire delle emozioni che sono alla base della nostra vita creativa. Così, un'alternativa alla visione del Lasch (e più in generale a tutto il modello freudiano dello sviluppo emotivo, con la sua enfasi sul super-io) si put) definire insistendo sul fatto che nessuno dei due agenti di moralità deve soverchiare l'altro. Questa sfida all'egemonia morale del super-io non distruggerà i suoi poteri, ma instaurerà piuttosto un regno a due». Biblioteca Gino Bianco

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