Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

GRANDE E PICCOLO: WAGNER COME RAPPRESENTANTE DELL'OTTOCENTO IN THOMAS MANN* CesareCases Non pretendo di affrontare in generale la questione del rapporto di Thomas Mann con Wagner, sia per la sua complessità, sia perché mi mancherebbe la competenza musicale, bensì solo l'aspetto indicato nel titolo di questa relazione. Esso emerge potentemente all'inizio del famoso saggio del 1933 Leiden und Größe Richard Wagners (Dolore e grandezza di R.W.) che provocò una furibonda reazione di wagneromani solo in minima parte veramente nazisti, anzi per la maggior parte amici e compagni di strada di Mann (come Hans Knappertbusch, Richard Strauß, Hans Pfitzner, Olaf Gulbranson), reazione che notoriamente ebbe un ruolo importante nella decisione dello scrittore, che si trovava in viaggio al momento dell'avvento al potere di Hitler, appunto per tenere questa conferenza in varie città europee, di non rientrare in Germania. I I saggio porta un motto di Barrès («Il y à là mes blâmes, mes éloges et tout ce que j'ai dit») che ne sottolinea i l valore di sintesi, al di là addirittura della figura di Wagner. Poi comincia la solenne ouverture sull'uomo del secolo e nel secolo: «Grande e dolorosa come il secolo di cui essa è espressione perfetta, il diciannovesimo, mi sta dinanzi agli occhi la figura di Riccardo Wagner. Solcata nel volto da tutte le impronte del suo tempo, gravata da tutti i suoi istinti, così la vedo e appena riesco a scindere l'amore per l'opera sua — fenomeno fra i più grandiosi, ambigui, complessi ed affascinanti nel mondo della creazione — dall'amore per i l suo secolo, che la sua vita quasi tutta riempie, questa vita nomade ed inquieta, tormentosa ed ossessa,misconosciuta e pur conclusa nella luce della gloria universale. Noi uomini motlerni, assorbiti come siamo da compiti di inaudita novità e difficoltà. abbiamo pochissimo tempo e poca voglia di render giustizia all'epoca clic si inabissa alle nostre spalle (e che noi chiamiamo l'età borghese); di fronte al secolo diciannovesimo ci comportiamo come figli di fronte al padre, pieni cioè di spirito critico, il che è ben naturale. * Conferenza tenuta alla Fondazione Cini di Venezia nel febbraio '83. Biblioteca Gino Bianco

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