Pietro Silva - L'Italia e la guerra del 1866

-5Ma mentre queste trattative stavano delineandosi, e giungeva da Parigi l'approvazione di Napoleone - presentata però sotto una forma, la quale faceva presagire che l'Imperatore avrebbe voluto approfittare dell'eventuale conflitto, per trarne vantaggi possibilmente sul Reno - tutto parve naufragare d'un tratto, per effetto della Convenzione di Gastein del 14 agosto, con la quale Prussia ed Austria si accordavano nella spartizione dei Ducati. Bismarck giustificò questo suo voltafaccia improvviso, dicendo che alla Convenzione era stato spinto dalle incertezze di La Marmora, la verità è invece che il Bismarck dovette piegarsi ali 'accordo con l'Austria, perchè in Prussia le persone più influenti, a cominciare dal Re e dal Principe Reale, erano assolutamente contrarie all'idea della guerra contro l'Austria. Ciò è provato dal fatto che il Bismarck, pur dopo la Convenzione, non cessò di lavorare per l'attuazione del suo piano formidabile, e in autunno, comprendendo di aver bisogno dell'appoggio di Napoleone per poter trascinare all'idea della guerra il Re e gli altri personaggi che dirigevan la politica prussiana, risolse di andare personalmente in Francia, a tentare l'accordo con chi era creduto l'arbitro della politica europea. Eccoci a quel famoso convegno di Biarritz, che fu paragonato al convegno di Plombières fra Napoleone e Cavour; ma a Biarritz, al contrario che a Plombières, non furono pr.esi impegni precisi. Bismarck svelò i suoi progetti contro l'Austria e i suoi sogni ambiziosi di ingrandire la Prussia; Napoleone l 'aocoltò, e si limitò a far capire che per una azione contro l'Austria la Prussia doveva anzi tutto essere d'accordo e in collaborazione con l'Italia. Bismarck lasciò cosi Biarritz senza aver ottenuto nessun impegno esplicito, un po' impressionato dalla impenetrabilità di Napoleone, dietro la quale si potevan nascondere chissà quali pericolosi progetti, convinto sopra tutto che per agire era necessario rimettersi a tentare gli accordi con l'Italia. Eccolo quindi a Parigi dire entusiasticamente a Nigra che se l'Italia non ci fosse stata, si sarebbe dovuto inventarla, eccolo poi lavorare per stringere con l'Italia un trattato di commucio e per far riconoscere il nuovo rel;no dagli Stati çermaniçi. Biblioteca G ro Bia'1co

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