Pietro Silva - L'Italia e la guerra del 1866

-4quando san alla presidenza del Consiglio e al Ministero degli Esteri il gen. Alfonso La Marmora, dopo che la disgraziata Convenzione del settembre 1864 ebbe travolto il Ministero Minghetti. Il primo tentativo fu fatto nel senso di ottenere dall'Austria uno scambio della Venezia coi Principati Danubiani, nei quali il governo del principe Couza pareva prossimo a cadere. Questo tentativo, per il quale l 'I talia avrebbe dovuto comprare dalla Turchia i Principati e offrirli poi all'Austria in cambio della Venezia, era appoggiato dal governo inglese e da Napoleone III, il quale ultimo, nel dicembre 1864, dichiarava esplicitamente all'ambasciatore d'Austria che non avrebbe mai secondato una soluzione dtlla questione veneta per mezzo della guerra. Invece, proprio la soluzione guerresca si stava preparando, e per opera di quel conte Ottone di Bismarck, che assunto al Ministero in Prussia nel 1862, lavorava al suo grandioso disegno di costituire l'unità germanica sotto l'egemonia della Prussia, e con l'esclusione dell'Austria. I tre Ducati che Austria e Prussia avevano con la guerra del 1864 tolto alla Danimarca, dovevano servire nella mente del Bismarck ad accendere tra Prussia ed Austria quella lotta dalla quale l'Austria sarebbe uscita abbattuta. Dati questi progetti del ministro prussiano, era naturale che nel 1865 dovesse tornare a rivivere l'idea di quella alleanza italo-prussiana contro l'Austria, che la mente divinatrice del Cavour voleva preparare fin da1 1861, tanto più che alla testa del governo italiano si trovava nel 1865 lo stesso uomo che Cavour aveva inviato nel 1861 a Berlino a sondare il terreno : Alfonso La Marmora. Non quindi con ripugnanza il La Marmora nel luglio del 1865 ascoltò il ministro prussiano a Firenze, conte d'Usedom, il quale a nome del Bismarck veniva a fare al governo italiano proposte di un accordo tra Prussia e Italia, per un'eventuale azione contro l'Austria. Il La Marmora fece soltanto osservare che prima di prendere una decisione, era necessario interrogare l'Imperatore dei Francesi e chiedere il suo consiglio e il suo consenso, e si affrettò infatti a dare questo incarico al rappresentante, italiano a Parigi, Costantino Nigra. B•blioteca G no Bia.-ico

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