Pietro Silva - L'Italia e la guerra del 1866

- 26 - birra, e tenne ferme davanti a pochi squadroni di cavalleria nemica due intere divisioni, mentre Govone da Custoza chiedeva disperatamente soccorso, e assicurava che se gli venivan rinforzi avrebbe mantenuto le sue posizioni ! Naturalmente il II corpo d'armata, lasciato verso Mantova, non prese parte alcuna alla battaglia. E nefasta fu anche la divisione del comando fra il Re e il La Marmora. II Re, capo supremo ma in realtà impedito nella sua azione dall'ufficio del La Marmora, galoppò qua e là dove lo chiamava il cannone, rianimando le truppe, ma senza dare ordini sicuri e sicure informazioni. II La Marmora, che, non avendo fissato il suo luogo di residenza, fu parecchie volte irreperibile per il Re e per i comandanti dei vari corpi, andò errando, senza stato maggiore nè ufficiali d'ordinanza, per il vasto campo, sperduto in mezzo all'azione che non aveva preveduta e che lo sconcertava, impartendo ordini ispirati alle immediate necessità, spesso contradditori e spesso incrociantisi con altri ordini del Re. Questa confusione, questo disorientamento, uniti alla impressione tristissima prodotta dal disordine dei carriaggi, dallo sbandamento della divisione Cerale, dall 'impeto dei nemici, spinsero il Re e il La Marmora a esagerare la gravità della sconfitta : ecco i disgraziati telegrammi a Cialdini in cui si parla di disastro e lo si invita con termini gravissimi a soprassedere alla sua azione, il telegramma a Garibaldi di coprire Brescia; ecco La Marmora che lascia il campo nel momento in cui più opportuna sarebbe stata la sua presenza, e vuol far saltare il ponte di Goito e vuol spingere la ritirata fino a Cremona e Piacenza. Da Custoza a Lissa. La battaglia di Custoza a bene esaminarla, non fu dapprima che un insuccesso, sia pure grave: cinque divisioni erano state si fortemente provate ma ve ne erano ancora dietro la linea del Mincio sette intatte, e sul basso Po vi era il corpo di Cialdini formidabile di 80.000 uomini; gli italiani avevano avuto 5958 uomini fuori di Biblioteca Gino Bianco

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