Pietro Silva - L'Italia e la guerra del 1866

- 23 - Il Persano che ebbe sotto di sè una squadra di 25 navi, di cui 12 corazzate, non aveva mai comandato più di 5 o 6 navi in legno, e ignorava le nuove tçorie per le evoluzioni delle squadre di corazzate, formulate nel 1864 dal Bouet de Villaumez ~ subito accolte dovunque. Solo quando la squadra si trovò concentrata a Taranto, arrivarono, chieste in fretta e furia in Francia, lt copie di quel libro, e solo allora furono distribuite agli ufficiali. L'istruzione della squadra si presentava manchevolissima : le esercitazioni erano rare, pochissimi i tiri, poche le manovre, poche lç navigazioni, sempre compiute esclu- · sivamente a vela. E non si era mai studiato seriamente un piano di guerra, pur mentre la guerra era preveduta e desiderata. Nel dictmbre 1865 fu nominata una Commissione per studiare « le varie operazioni marittime che una squadra potesse e dovesse compiere in Adriatico, in caso di guerra con l'Austria » ma il suo lavoro non fu pronto che dopo la mobilitazione! In queste condizioni la nuova Italia si presentava alla sua prima grande prova. La fiducia della nazione era tuttavia profonda, e la dichiarazione di guerra fu accolta con ·sollievo e con gioia. Le lotte dei partiti sparirono, Mazzini dette l'esempio, raccomandando ai repubblicani di cooperare alla guerra, e la concordia si f~ce intorno al Governo. Questo fu autorizzato a imporre tasse con reale decreto, le difficoltà finanziarie furono ovviate rendendo forzoso il corso dei biglietti di banca, e fu votata una legge di Crispi per reprimere le eventuali cospirazioni interne, mentre i volontari affluivano in sl gran massa che fu necessario sospendere gli arruolamenti. Tanto slancio d'entusiasmo doveva essere invano! Non erano ancora spente lt vibrazioni suscitate dalla dichiarazione di guerra, che già la notizia di Custoza veniva a gettare il gelo nell'animo della nazione. Le ostilità cominciarono, come era stato preannunciato nella dichiarazione di guerra, il giorno 23. Il disegno dèllo Stato Maggiore era di far passare il Mincio ai due corpi d'armata comandati dai generali Durando e Della Rocca, mentre tutto il corpo d'armata del Cucchiari doveva rimanere a guardar Mantova e a tentare d'impadronirsi di Borgoforte, o mentre il Cialdini con la sua armata doveva Biblioteca Gino B1dnço

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