Pietro Silva - L'Italia e la guerra del 1866

I -01 generale italiano arrivò a Berlino il 13 marzo, e fu il Gov9ne. L~ trattative fra Govone e Bismarck, alle quali prese parte anche il rappresentante d'Italia in Prussia, contè Barrai, durarono quasi un mese e attraversarono fasi assai critiche. Il La Marmora aveva inviato il Govone, dandogli istruzioni di andar cauto e guardingo, e di esiger dal Bismarck proposte concr~te di un trattato d'alleanza offensiva e difensiva pienamente reciproco. Come si vede la diffidènza del La Marmora non era cessata! D'altra parte il La Marmora aveva pensato, inviando il Govone, che la presenza di questo generale italiano a Berlino avrebbe potuto impressionare il governo austriaco, col quale ancora pendevano le trattative, e indurlo a Cèdere. Era questo quindi una specie di doppio giuoco da parte del La Marmora, pienamente lecito, dato il fatto che ancora nessun impegno esisteva tra Italia e Prussia, ma chè però non poteva certo preparare alle difficili e delìcate trattative un ambiente di chiarezza e di sincerità. Fatto sta che il Govone, arrivato a Berlino con la convinzione che la Prussia si stesse preparando alla guerra, e che Bismarck fosse pronto a proporre un vero trattato di all~anza, trovò che i più consideravano la guerra come un 'eventualità remota, e che Bismarck si limitava a far proposte vaghe e ambigue, che al più avrebbero impegnato l'Italia, lasciando libera la Prussia. A ciò il Bismarck era costretto dal fatto che, trovandosi ancora ben lontano dall'aver vinto tutte le riluttanz~ del suo Re, non poteva impegnarsi a un'azione concreta; ma il Govone, naturalmente portato alla diffidenza dalle istruzioni del La Marmora, vide nel contegno del Bismarck un motivo per esser più diffidente eh~ mai, e per rifiutarsi a ogni impegno. Ne segui fra i due una curiosa schermaglia sulla quale la diffidenza reciproca aleggiava : il Govone pensava che il Bismarck volesse soltanto strappare un impegno all'Italia, per Sèrvirsene a spaventar l'Austria e indurla a cedere alle pretesè prussiane, e poi abbandonare l'Italia alla sua sorte ; le stesse ipotesi circa l'Italia faceva per sua parte il Bismarck, che sapeva com~ il La Marmora avesse iniziato pratiche col governo di Vienna. A Firenze poi, il La Marmora, di fronte ai rapporti sconcertanti del B blioteca Gino Bianco

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