Acpol notizie - Anno II - n. 7 - Maggio 1970

importante è che allo stato attuale, i I contrasto esistente tra grande e piccolo capitale, determinato da cause che qui non richiamiamo, può essereabbastanza felicemente composto attraverso la creazione di istituti finanziari regionali .il cui scopo verrà ad essere quello di sostenere le ·-piccole e medie imprese finanziariamente e eventualmente di rilevare o sostenere le imprese che per effetto della politica monopolistica verrebbero a trovarsi in ·difficoltà. IL PERICOLO DELLA COGESTIONE DI UNA STRUTTURA DELLO STATO B_ORGHESE Se queste schematiche osservazioni, che non· hanno la presunzione di esaurire la tematica relativa all'Uso che i~ capitale; può fare dell'istituto regionale, '.sono credibili, allora bisogna valutare attentamente·:· che significato verrebbe· ad assume.re la "cosiddetta" regionalizzazione delle strategie da parte del PCI. 11 PCI si troverà presumibilmente insieme ad altre forze di sinistra a gestire alcune regioni. Ora poichè il tessuto economico italiano è unitario, cioè lo sviluppo produttivo di una qualsiasi regione è subordinato oltre che dallo sviluppo dell'intero paese dalla logica interna di questo sviluppo che è nel caso nostro la logica capitalistica, si ha che per garantire lo sviluppo di una qualsiasi regione occorre rispettare questa logica, pena la stagnazione della attività produttiva nella regione se non addirittura il riflusso. Cioè la gestione di una struttura istituzionale nel contesto di una logica produttiva non può cqntraddire quest'ultima. Eserrpi per affermare quanto asserito possiar:no trarne dalle gest;ioni comunali. Là dove esse sono state in mano ai partiti di sinistra hanno visto queste forze entrare in compromessi non più edificanti di quelli degli amministratori democristiani, con tutti gli agenti della speculazione edilizia e con piccoli boss locali che gestiscono parte importante dell'attività commerciale a cominciare dai mercati ortofrutticoli. Ci si potrebbe obiettare che l'istituto regionale è qualc0sa di diverso da quello che può essere un comune in quanto ha più poteri e . può· anche. legiferare. Ma se questo è vero è anche vero che le componenti capitalistiche con cui si troverà in rapporto sono anche essepiù forti e più potenti. E che se anche non· lo fossero la logica di un certo svrluppo Bi 0·oteca Gino Bianco deve essere comunque rispettata sesi vuole assicurare lo sviluppo della regione. Non si può regionalizzare la lotta anticapitalistica e particolarmente quella antimonopolistica. Si ha così, che se ci si limita a gestire nella maniera tradizionale una struttura dello Stato· borghese, le forze di sinistra saranno costrette, loro malgrado, a dare una mano ad una certa logica dello sviluppo e se all'interno di questa logica ci sono poi tutti quei disegni che probabilmente il capitale ha già la ispirazione di intraprendere, dette forze diventeranno corresponsabili del processo repressivo di razionalizzazione che il padronato italiano tenta di compiere in risposta e alle proprie contraddizioni e alla accresciuta coscienza di classe e alle lotte sempre più forti del proletariato italiano. L'USO ALTERNATIVO o·ELLA REGIONE Allora no alle regioni? Non ci sembra sia q~esto il problema; l'istituto regionale resta pur sen,pre una conquista irrinunciabile delle forze di sinistra, 9ccorre però stabilire un uso alternativo delle regioni in termini di potere e non di governo. Bisqgna i171pedire che passi il disegno del capitale e b_isogr,afar si che passi quello della classe lavoratrice. Ci s~no tutta una serie di tematiche a partire dal diritto a.Ilo stupio alla occupazione che possono, a livello reg~onale, trovare un realistico ed efficace spazio di lott~ e su cui si può avviare una valida unità delle sinistre effettivamente anticapitalistiche. .Bisogna recuperare, dopo la critica al regionqlismo dei governanti e del capitale, i I nostro regionalismo ad un livello superiore, a quel livello in, ç_u~si· riscopra la carica contestativa generale di qualsiasi tematica liberandola da qualsiasi tentativo di renderla corporativa. Bisogna esaltare la dimensione nazionale di tutta la contraddizione capitalistica. Occorre attraverso una azione, anche d'invenzione, trovare tutta una serie di strumenti di partecipazione popolare pèrchè lo strumento regionale possa essere usato per costruire quella risposta politica che la classe operaia sta ancora attendendo. N_oinon vogliamo le Regioni della D.C. e dei Padroni. Ignazio Puleo

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==