Angelo Tasca - Socialismo e fascismo

IMax Ea-stm.an, il marxista non è .più 'C'be un « te<:nico della. tt"ivoluziohc ». La mentalità astrat ta e miope. onde la soc:.alde - Jnocraz~a si accostava ai prob1-emi tattici c-e.:le dav.anti a un(} :Spiri·to nuovo che di fronle .a ogni obbiettivo da conseguir-e, ·a ogni passo da compi-ere, si ch1ede quali sianO le forze l'e.a.rl l da utilizzare, com-e guadagnarle, come ogni tappa percorsa !possa preparare l-e tappe seguenti. . In questa ricerca de: «mezzi» v'è un pericolo, che il bolseevismo non ha :schivato. I « mez~i » han fi.nito IJ)er occupare 1tutto il suo ol'izzonte. Quando gùi operai avranno IJ)reso il poltere nei paesi bellig-eranti, pensano i capi 'bolscevichi Del l;P17,. <> quando il soci•rulismo sarà «costruito» tln U.R.S.S., proclarnano ner 1928 i ca'Pi dello Stato sovietico, l'èr.a 'Clèi « principii » comincerà : prima si può farne a me:Qd. E nell'attesa, Jtutto diventa «mezzo» : le masse e i p.artibi, la tattica e gli uonF.ni. La tecnica rivoluzionaria, come la tecnica indus triale , !COme tu·tte le tecnich-e. tende a svilupparsi autonomamente e a subordinare a sè -gli uomini e g1i scopi cui dovreo-'be servire IDa quel momento l'azione politica; in cui la tecn·ica assum~ :una- importanza grrundiss:ma, esige dt·.gli specialisti, i « Kvolu-· zionari .professionali » : sono costoro che concepiscono i piani tattici ,per trasci-nar-e le mas§e di ·tappa in ta•DOJ\ nno .alla =vittoria finale ; sono essi ·che tengono nelle .loro mani :1 filo· -conduttore che permetterà di ri•trovan2, a cammino finito, la terra promessa dei princi:pii. Tale concezione, le cui ra-dioi si trovano ne1la lradiz'one rivoluzionaria russa {Bacuni•n, Narodlllia. Volia) 'formatasi durant-e ·la lot ta «illegale » .contro H re- .g.:me zarist a, è v-enuta fortificandosi tlopo il fallimento del .piano concepito da ILenin duraonte la guerra e Che aveva ispi- :rato la sua azione negli anni 1917-20. •Lenin pensava che n-e lle circostanze ereatte daNa guerra la <classe operaia dovesse prendere il potere comunque -e dovu-nqu·e, nel 'J)rimo paese dove .fosse pos.'5 ilbi:l.e spezzare il «fronDe imperialista~. Questa possibilità si pr-esen tò da.pprima in Russia, :po'chè il regime zarista vi crollò sotto il peso della 'Propria impotenza. Ch-e la Russia fosse un paese arr-etrato e che il proletariato non vi~ fos se che !minoranza, non importava molto, perchè ·si trattava precisatmen:te di apprOfittare de'Ila debolezza sociale del paese per !prendere H potere e serv·irsene come di ·punto d'appog~io , come di posizione avanzata, fino a quando la r'voluzione fosse scooopiata in allri paesi e soprattu tto in Ge:rm";tnia. A par.tire da quel mom-ento, la classe operaia russa avrebbe ceduto la fiacTCola al proletariato dei paesi più indu.stria1lizzat1. Bisognava rtenere la posiZJ!one, 'fare coi contadini russi tutti i comt11:omessì 111ece.s;:;.arii, sino a che n grosso ·dell·e truppe - i1 proletariato mondiale e soprattutto n proletar~alo ted·esco- l'avesse rag - .giunta e superata. Quando Lenin, all'.epoca di Brest-LitovslF, proclamava che bisognava « ceder dello spazio per :gu.adagnar del tempo ». si tratttava ancora e sempre de1 tempO necessario a che la vittoria del proletariato mon-diale venisse a liberare · aa Russia dalle sue contradd.'zioni e dal suo isolamento. La Russia non era. insomma .per Lenin .che una pedina, 1a prima pedina dispon~bile sullo scacehiere della Tivo}uzione mond;al~. Ma la rivoluzion-e mondiale non si è 'Prodotta e l'isolamento della Russia si è aggravato 'per ·parecc'hi anni, in seguito alla - 32- - Biblioteca Gino Bianco

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