Angelo Tasca - Socialismo e fascismo

zlone oltre le frontiere. !L'economia capitalistica, a~endo perduto in gran par-te le sue molle specifiche, c oscilla :. ora non più fra la crisi e la prosperitià, ma fra l'autarchia e la guerra (1). In seguito alla guerra ed in connessione con la crisi economica si è venuto producendo in tutti i paesi uno spostamento, uno sc.ardinamento sociale iJ>iù o meno profon<Cio. una nuova borghesia s'è cr.eata, che proviene non solo dall'irruzione dei c: nuovi ricchi :., ma altresì' da una trasformazione sensibile dei quadri capitalisti'ci tradizionali. La quasi totalità del dirigenti economi-ci si è assuefatta a profitti eccezionali, smarrendo la rigida nozione del prezzo di costo e ancor più sottrae-ndosi allo stimolo della concorrenza. Queste nozioni ricompaiono nelle discussioni ogni qual·volta si ·tratti di salari operai; ma han cessato di essere operanti, e quasi dovunque i caJpitalisti sentono che non possono fare a meno dell 'aiuto diretto dello Stato. L'accaparramento dello Stato, con tutti i mezzi, diventa per essi una questione di vita o di morte. D'altro canto la guérra ha messo in moto le masse popolari ed il dopoguerra non ha che accelerato questo movimento. I quadri dei pa}rtiti operai e dei sinda·cati scricchiolano sotto la pressione di centinaia di migliaia e di milioni di nuovi aderenti. Questi quadri non hanno alcuna stabilità e l'alta marea è seguita dappertutto da un rapido riflusso. Inoltre, e malgrado l'inflazione dei quadri tradizionali, un'importante massa fluttuante sfugge loro, pronta a precipitarsi come valanga nelle direzioni più diverse. Si è parlato, a proposito di queste masse, di c: classi medie :. . Anzi·tutto occor.re precisare che non si tratta delle classi medie del periodo classico del capitalismo, che dopo ciascuna crisi erano assorbite nell'ambito di una aecresciuta produzione e di un proletariato nuovo. Le classi medie del dopoguerra non hanno nemmeno più, in ( 1) In questo senso è dunque vero .. .le il fascismo è un " pro - dotto " di ocopit alismo decadente c l'espressione di una e-co nomia rctrogr3.da . Cio' stabilisce pure quel che c'è di vero c quel che c'è di Jnsufflclenle nelle tormu·Je : • per vincere 1J ras c:Jsmo bisogna vincere la crisi n. Indubbiamente o-gni miglioramento economico frena 11 fascismo o ne rita.z·dn la nasciba. ; ma da solo non elimina. Il peri - colo. n ministro socialista Spaak dichiaraYa nel ma rw i937 a proposito del movimento :rexis t>a. : ~ I o ct·edcvo che fo&;e suffici ente oom'ba:lterc la crisi economica e v!n.cerJQ a poco a poco p01· uccidere quC6ta propaganda sfrenata, audace e piena di 'pericoli ; ma confess o froncamente di essermi ingannato ed oggi ricO'Ilosco che un mO\"lmento come quello di Rex non .puo' essere combattuto medtante un semplice miglioramento della situazione economic-a. Bisogna, pur seguitando a rendere tale miglioramento più sensibile, lottare sul terreno politico e anche su quello sentimentale "· . Si aggiunga che la lotta contro la crisi trova nell'ambito nozJon·ale, a un dato punto, Jlmltl insuperabill. Pertan to la vi~torla , definitiva sul fascismo non puo' attenersi che nel campo pollllco, quello della. cosl!·uzione di una nuoova Europa che abbia s-pezzato il cerchio magi co e Jet.ale delle autarchie e ritrovato le vie della cooperazione e ~ella so.lldarje_tà. -15Biblioteca Gino Bianco

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